Nel presentare il PNRR alla Camera, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto un riferimento molto particolare agli investimenti nel digitale. Nell’enunciare i piani previsti, infatti, Draghi ha spiegato come banda larga, cloud e 5G siano soltanto strumenti, ma che il Governo abbia ben presente quali siano le reali finalità di questo tipo di investimenti.
PNRR: Mario Draghi scommette sul digitale
Investire in banda larga, spiega infatti Mario Draghi, è un investimento per una società “equa e inclusiva”, in grado di moltiplicare le opportunità in virtù dell’abbattimento di barriere che distanze e isolamento dei territori tendono a generare. La digitalizzazione, insomma, dovrebbe andare a generare opportunità in modo particolare nelle periferie, laddove fino ad oggi la banda larga non è stata disponibile inibendo formazione, aggiornamento delle competenze e vendite online. Investire negli strumenti del digitale significa insomma ampliare i canali attraverso cui il Paese ha la possibilità di esprimere le proprie potenzialità, soprattutto quelle potenzialità soffocate da ostacoli tecnologici o geografici che inibiscono crescita, carriera, creatività e imprenditorialità.
E’ facile, quando si parla di digitale, parlare di fibra, cloud, 5g, identità digitale, telemedicina e di molte altre tecnologie sulle quali proponiamo di investire. In realtà dobbiamo ricordare per cosa la trasformazione digitale è essenziale per il nostro Paese. Noi vogliamo che dal 2027 le nostre ragazze e ragazzi possano avere accesso alle migliori esperienze educative ovunque esse siano in Italia. Vogliamo che i nostri imprenditori, piccoli e grandi, possano lanciare e far crescere le loro attività rapidamente e efficientemente. Vogliamo permettere alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti. Vogliamo che i lavoratori e le lavoratrici continuino ad acquisire le competenze per le professioni di oggi e di domani. Vogliamo che le persone più sole o vulnerabili possano essere assistite dagli operatori sanitari, dai volontari e dai loro familiari nel migliore e più tempestivo modo possibile. Vogliamo che le Pubbliche Amministrazioni e i loro servizi siano accessibili senza ostacoli, senza costi e senza inutile spreco di tempo. Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia nel pubblico, nel privato e nelle famiglie per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti. In particolare, ai giovani, alle donne e a chi vive in territori meno connessi.
Un intervento accorato, insomma, che cerca di andare a fondo del problema cercando di distogliere lo sguardo dal dito rispetto all’orizzonte della Luna: scommettere sul digitale, secondo Draghi, significa scommettere sull’Italia e sugli italiani, offrendo opportunità fin qui negate a causa di colli di bottiglia che nuove tecnologie sono in grado di abbattere. Ciò richiederà un’evoluzione culturale importante, che andrà ad incidere per molti versi sul tema dell’inclusione, ma che inciderà pesantemente anche sul modo in cui le istituzioni ridisegneranno le aziende ed il loro ruolo nella società.
Fiducia nell’Italia
Ecco perché un investimento tanto ingente quanto quello previsto nel PNRR non evolve soltanto il Paese, ma va ad incidere fortemente anche sull’identità stessa della società e sul futuro dell’Italia. Draghi non ha lesinato ironiche stilettate alle parole anglofone inserite nel suo stesso discorso, tenendo le distanze da queste modalità di espressione: anche questo, a modo suo, è un modo sano di scommettere sull’identità in parallelo a quella scommessa digitale su un’Italia che cerca “rilancio e resilienza”.
Che non sia un discorso meramente programmatico è chiaro anche nel modo in cui Mario Draghi ricorda come il PNRR sia un vero e proprio appello alla collaborazione del Parlamento, affinché il testo e gli investimenti siano una mano tesa all’Italia, “al mio popolo“, contro “corruzione, stupidità e interessi costituiti“. Il PNRR “non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli italiani“. Un appello alla collaborazione e all’unione, alla solidarietà e alla compattezza nazionale. Un appello che mette il digitale al centro di questo meccanismo e che auspica per l’Italia un quinquennio che rappresenti uno storico cambio di marcia.