Sembra ormai riuscito a scalzare i già agguerriti gemelli Cameron e Tyler Winklevoss nella speciale classifica dei nemici giurati del CEO di Facebook Mark Zuckerberg. Paul D. Ceglia, l’uomo di New York che rivendica il controllo dell’84 per cento del sito in blu, è ora finito al centro di un autentico putiferio legale .
Gli avvocati di Facebook si sono infatti ripresentati davanti al giudice di Buffalo, nel tentativo di dare una repentina accelerata al caso deflagrato nell’estate dello scorso anno. Quando Ceglia – già finito nel mirino del procuratore generale di New York Andrew Cuomo per frode – sosteneva di aver ricevuto da Zuckerberg il 50 per cento delle azioni dell’imminente The Facebook .
Secondo i legali del sito, Ceglia avrebbe basato la sua causa su documenti realizzati ad hoc, praticamente il frutto di un copia e incolla per truffare Zuckerberg e l’intera corte . L’uomo aveva infatti presentato in aula una serie di missive elettroniche inviate dal CEO di Facebook, contenenti le prove evidenti di un accordo messo in piedi nel lontano 2003.
Il giudice di Buffalo dovrebbe ora obbligare gli avvocati di Ceglia a presentare i messaggi originali, non considerando quelle che sono state descritte come copie fabbricate per fini fraudolenti. Zuckerberg non avrebbe mai menzionato il progetto The Facebook all’interno dei suoi brevi rapporti epistolari con Ceglia .
Curiosi dettagli privati sono poi emersi: l’uomo di New York sarebbe stato arrestato anni fa per possesso di funghetti allucinogeni. Secondo i legali del social network, il giudice statunitense dovrebbe ora analizzare documenti più plausibili di quelli presentati da Ceglia . O far cadere il caso nel vuoto.
Mauro Vecchio