Quando manca ormai solo un mese e mezzo alla chiamata alle urne che deciderà il futuro degli Stati Uniti (e, di conseguenza, del mondo intero), vale la pena analizzare la posizione di chi si trova ai vertici delle piattaforme social, dalle quali transitano le informazioni e sulle quali si formano le opinioni. Se da un lato, la visione di Elon Musk è chiara ormai da tempo, con un appoggio totale ed esplicito a Donald Trump e alla causa repubblicana, dall’altro quella di Mark Zuckerberg non è così definita.
La politica di Mark Zuckerberg è non fare politica
A differenza del proprietario di X, il numero uno dell’impero Meta sembra fare tutto il possibile per rimanere lontano dalla politica. Lo sottolinea un articolo pubblicato oggi dal New York Times. Sempre che questo sia possibile, controllando tra gli altri Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp. In una recente intervista, ha espresso rammarico per alcune scelte passate, pur senza scendere nello specifico.
L’ambiente politico, penso di non aver esser stato molto sofisticato, credo di aver fondamentalmente diagnosticato il problema in modo errato.
In una lettera al Congresso (PDF) datata fine agosto 2024, invece, Zuckerberg si è dichiarato dispiaciuto per alcune decisioni prese in passato. In particolare, per aver ceduto alle pressioni esercitate dall’amministrazione di Joe Biden finalizzate alla censura dei contenuti relativi a COVID-19 sulle piattaforme di Meta.
Fonti affidabili raccontano poi di almeno due telefonate con Donald Trump risalenti all’estate, dal tono distensivo. Sono ben noti gli attriti degli anni scorsi tra i due, così come alcune decisioni da alcuni ritenute troppo permissive nei confronti di post discutibili pubblicati dal tycoon.
Inoltre, chi frequenta Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp (soprattutto oltreoceano), ha potuto notare come il numero delle iniziative messe in campo per tenere sotto controllo il tono delle discussioni a tema politico e per contrastare la disinformazione sia fortemente diminuito.
In conclusione, non trattare l’argomento, rifuggirlo, equivale a non prendere posizione? Forse no, anzi, il contrario. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, come diceva qualcuno. E anche voltare lo sguardo da un’altra parte, lasciando che una community globale attiva sulle proprie piattaforme si regoli da sé, è una scelta politica.