Google ha annunciato l’arrivo di Android 6.0, la nuova versione del sistema operativo mobile più usato al mondo e noto ufficialmente come Marshmallow dallo scorso agosto: i primi dispositivi a ricevere l’upgrade “over the air” saranno i gadget appartenenti alla linea Nexus, mentre i nuovi modelli presentati nei giorni scorsi verranno commercializzati con il nuovo OS già installato.
Il primo gruppo di terminali interessati dall’arrivo della build finale di Android 6.0 (“MRA58K”) include quindi Nexus 5, 6, 7 (2013), 9 e Nexus Player, e gli utenti che proprio non riescono ad attendere la distribuzione automatica dell’aggiornamento hanno la possibilità di installare manualmente le immagini di sistema (da PC Windows o Mac) seguendo le involute istruzioni necessarie a portare a termine l’operazione e preparandosi alla cancellazione di tutti i dati non salvati.
Oltre ai Nexus, fra i terminali per cui è previsto l’upgrade a Marshmallow ci sono i modelli di smartphone Motorola più recenti (Moto X, Moto G, DROID Turbo e altri), i cellulari HTC (da Desire 816 a One M9), i terminali LG (G3, G4, G Stylo) e Samsung Galaxy (dal Galaxy Note 4 in poi) per gli utenti di T-Mobile negli USA . Per gli smartphone Sony c’è una lista di Xperia , mentre fra i terminali che sicuramente non vedranno mai l’upgrade ci sono Nexus 4, Nexus 7 (2012), Nexus 10 e HTC One M7.
Tra le molte novità che caratterizzano Marshmallow , Google ha evidenziato, come caratteristiche qualificanti della nuova release di Android, le seguenti funzionalità: con “Now on Tap” è possibile tenere premuto il tasto home per ricevere aiuti contestuali alle circostanze e ai messaggi attualmente su schermo, l’uso della batteria è ottimizzato al punto (secondo Google) da durare un 30 per cento in più di media, il nuovo modello di permessi per le app garantisce una migliore protezione della privacy dell’utente, la nuova API per l’uso delle impronte digitali apre le porte dell’identificazione biometrica all’ecosistema Android, una funzionalità di setup rinnovata (accessibile tramite apposito comando vocale “OK Google”) permette di configurare più facilmente gli smartphone vecchi e nuovi e anche i dispositivi esterni come tablet o Android TV.
Ovviamente non tutto è perfetto nella nuova incarnazione di Android, così come il problema principale dell’ecosistema mobile di Mountain View resta la frammentazione del mercato e la coesistenza di diverse versioni dell’OS mobile: visti i piani di (non) aggiornamento già annunciati, è facile prevedere che l’arrivo di Marshmallow non farà che aggiungere un ulteriore “strato” al problema – soprattutto sul fronte della sicurezza. In concomitanza con la distribuzione di Android 6.0, Google ha rilasciato le patch correttive per chiudere le pericolose vulnerabilità nelle librerie multimediali del sistema già classificate come Stagefright 2.0 .
Alfonso Maruccia