È noto che l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk ha incrementato l’interesse verso Mastodon. Il social network ha recentemente superato i 2,5 milioni di utenti attivi al mese, iscritti ad una federazione di oltre 9.600 server. Questi ultimi rappresentano la principale differenza rispetto ad altre piattaforme, ma anche un rischio da non sottovalutare per i gestori.
Mastodon: attenzione alla legge
Mastodon è l’esempio più noto di fediverso. L’architettura è decentralizzata, ovvero basata su migliaia di server interconnessi tra loro attraverso il protocollo ActivityPub. Utilizzando il software open source, chiunque può creare un server e collegarlo agli altri. Ma questa attività può rappresentare un rischio per gli amministratori volontari, in quanto è necessario rispettare le leggi in vigore nei vari paesi.
Quando l’utente crea un account su Mastodon.uno (il server più popolare in Italia) deve accettare una serie di regole. Nell’elenco ci sono diversi divieti, ma non quello relativo ai diritti d’autore. Anche se non specificato, gli utenti non possono pubblicare contenuti coperti dal copyright (foto, video, musica e altro). In caso di violazioni verrà richiesta la cancellazione dei contenuti. Se il numero di iscritti è elevato, un singolo amministratore avrà difficoltà a rispettare le scadenze per evitare denunce penali.
Altre incombenze riguardano quelle previste dal GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Il gestore di un server rischia multe salate se non rispetta la privacy degli utenti. Se i server diventano troppo grandi, Mastodon dovrà anche rispettare il Digital Services Act (Legge sui servizi digitali) che verrà applicata dal 14 febbraio 2024.