Dopo l’annuncio dello scorso gennaio , le intenzioni dell’azienda giapponese Matsushita si sono trasformate in realtà: 90 anni di vita esatti non sono bastati a tenere in piedi un brand storico per l’industria nipponica, piegatosi alle ragioni del mercato, e che da oggi cambia ufficialmente pelle trasformandosi in Panasonic una volta per tutte.
L’esigenza del cambio di marchio è il risultato della stagnazione del mercato casalingo di Matsushita: in Giappone la situazione economica non è più quella degli anni 80, tutte le fasce di consumo sono pressoché sature e la natalità è scesa a valori talmente bassi da aver impattato anche su importanti fasce di consumo.
Al contrario di altri marchi come Sony, che basano una grossa fetta dei propri introiti sulle vendite in Nordamerica ed Europa, Matsushita si è sempre garantita la fetta più grande dei propri guadagni sul mercato locale: alla luce della situazione contingente si tratta di una scelta non più praticabile, pena la riduzione degli utili nel medio termine, e dunque si è reso necessario rilanciare l’immagine dell’azienda adottando un marchio noto in occidente e dal sapore di novità per il Giappone.
La strategia di cambio del marchio era iniziata diversi anni or sono, con l’eliminazione graduale da tutti i mercati dei diversi brand introdotti negli anni dall’azienda giapponese: i primi a fare le spese del nuovo corso sono stati Technics e Quasar (quest’ultimo semi-sconosciuto in Italia, ma in passato molto noto negli USA vista la sua provenienza: trattasi del marchio adottato negli anni 70 da Motorola per la produzione e vendita di TV), che hanno ceduto gradualmente il passo a Panasonic – un tempo il brand utilizzato esclusivamente per i prodotti audio/video.
L’introduzione di un singolo marchio, ha spiegato il presidente dell’azienda nipponica Fumio Ohtsubo , avrà molti risvolti positivi anche per lo sviluppo dell’offerta: l’intero panorama dei prodotti Panasonic, che spazia dai condizionatori alle TV, dalle macchine fotografiche ai computer portatili, verrà gradualmente integrato in un unico ecosistema. Diverrà ad esempio possibile interfacciare la TV col climatizzatore, per controllare il secondo attraverso lo schermo.
“A partire da oggi – ha detto Ohtsubo in un discorso tenuto durante il CEATEC , fiera dell’elettronica in corso di svolgimento a Tokyo – Matsushita concentrerà l’impegno di tutti suoi dipendenti in un solo nome: Panasonic. In questo modo la loro intelligenza collettiva sarà più facile da sviluppare rispetto al passato. Uno solo marchio porterà inoltre maggior lustro al nostro management”.
Oltre al cambio di marchio, Ohtsubo ha toccato altri argomenti nel corso del suo intervento: tra questi la congiuntura economica statunitense, che a suo parere influenzerà i risultati del prossimo trimestre di tutte le aziende impegnate nel mercato dell’elettronica, e degli obiettivi che Panasonic intende perseguire . “Il nostro compito è progettare buoni prodotti di qualità” ha concluso, indicando anche tra la priorità lo sviluppo del settore delle fonti di energia rinnovabili (Panasonic è all’avanguardia nello sviluppo delle celle ad idrogeno) e prodotti ecocompatibili.
Lo scorso anno Panasonic ha fatto registrare un fatturato globale pari a 86 miliardi di dollari , circa 60 miliardi di euro. La transizione tra i due marchi dovrebbe concludersi entro il marzo del 2010.
Luca Annunziata