Mediaset aveva preteso che YouTube rimuovesse in blocco tutti i video estratti dalla sue trasmissioni, rivendicava un risarcimento di 500 milioni di euro con cui Google avrebbe dovuto ricompensarla dei diritti violati dai caricamenti effettuati dagli utenti italiani, dai quali avrebbe tratto profitto per mezzo dell’advertising. Era il 2008 . Ora, dopo lunghi anni di scontri in tribunale, RTI e Google hanno annunciato un patto di collaborazione.
L’accordo, che le due aziende tratteggiano come “significativo”, prevede il ritorno di Mediaset sulle piattaforme della Grande G . Non è dato sapere in che volume, con che tipo di contenuti, né con quali prospettive di monetizzazione: Punto Infomatico ha contattato Google per ottenere qualche dettaglio in più riguardo alla partnership, ma per ora si parla semplicemente di uno “sviluppo della presenza digitale dei contenuti Mediaset” dispiegato su YouTube e Google Play.
L’accordo prevede altresì l’avvio di una “strategia congiunta per la protezione dei contenuti in ordine alla massima tutela del copyright dell’editore”, dettaglio che lascia intendere che Mediaset si sia finalmente adeguata ad accettare la soluzione ContentID che Google da anni propone ai detentori dei diritti per monitorare e decidere del destino di materiale protetto da copyright caricato dagli utenti. Una soluzione forse imperfetta , ma indubbiamente fruttuosa per monetizzare le violazioni.
Mediaset deve averlo recepito ora, dopo quasi otto anni di battaglie in tribunale: nei due casi paralleli, uno avviato in Italia e uno avviato in Spagna , il Biscione aveva rivendicato da YouTube risarcimenti, controlli sui caricamenti e cancellazioni di massa, obiettivi che avrebbe potuto raggiungere aderendo proprio al sistema ContentID, mettendo a disposizione di YouTube il catalogo dei propri contenuti da identificare, affinché fossero rimossi o fossero ripagati con l’advertising. Dopo anni di giudizi e ricorsi, la giustizia ha iniziato a volgersi contro Mediaset: sia in Spagna che in Italia i tribunali hanno mostrato di non accettare che RTI scaricasse su YouTube l’onere di individuare i contenuti protetti da copyright, che per essere rimossi avrebbero dovuto essere oggetto di segnalazioni circostanziate. La più recente decisione del Tribunale di Appello di Milano su un caso simile sollevato da RTI contro Yahoo nel 2009, pur impugnato in Cassazione dall’emittente, deve avere poi convinto Mediaset a retrocedere.
È così che i contenziosi legali si sciolgono ora nello “spirito positivo” di cui le due aziende “si danno reciprocamente atto”, a favore di “una collaborazione proficua e soddisfacente per il futuro delle due società”. Una prospettiva che lascia presagire un epilogo del tutto simile a quello del caso che per anni ha visto scontrarsi oltreoceano Viacom e YouTube: dopo l’ accordo siglato nel 2014 a seguito di un annoso confronto , Viacom sembra aver finalmente compreso le opportunità offerte dalla presenza sulla piattaforma di Google.
Gaia Bottà