L’ annoso scontro legale tra Mediaset e YouTube può ancora riservare sorprese: il Tribunale di Roma ha chiarito l’intenzione di verificare puntigliosamente ogni contenuto per cui l’emittente televisiva si è appellata alla giustizia .
Iniziato nel 2008 con una denuncia per la violazione della proprietà intellettuale legata alla trasmissione “Grande Fratello” (i cui spezzoni erano finiti nel Tubo in seguito al caricamento di alcuni utenti), il caso si avvicina alla conclusione in un clima e con una giurisprudenza in materia che nell’ultimo quinquennio sono decisamente mutati.
Mentre, infatti, Mediaset sembrava talmente ottimista da raddoppiare nel corso del giudizio il risarcimento di danno richiesto a Google, da 500 milioni a un miliardo di euro, la disciplina in materia di non responsabilità degli intermediari si è andata decisamente consolidando.
I giudici nazionali hanno recepito i principi della Direttiva europea in materia di ecommerce, riconoscendo l’impossibilità di Internet Service Provider e dei gestori di servizi con user generated content di controllare a priori tutti i contenuti caricati sulle proprie piattaforme: obblighi nei loro confronti scattano solo una volta che la violazione gli è stata comunicata in maniera circostanziata e nel caso in cui non agiscano tempestivamente per rimuovere il materiale incriminato .
Difatti, con l’ordinanza dello scorso 14 febbraio, il Presidente della Sezione specializzata in proprietà intellettuale del Tribunale di Roma, Tommaso Marvasi, ricorda che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ormai delimitato la possibilità di ritenere un intermediario come YouTube responsabile dei contenuti pubblicati dagli utenti .
Così, il Tribunale di Roma ha riferito che prima di decidere intende controllare esattamente se e quando, in relazione a ciascuno dei migliaia di video oggetto di contestazione, Mediaset abbia segnalato a YouTube precisamente il carattere illecito di ogni contenuto o non abbia piuttosto richiesto una generica cancellazione dei contenuti di cui detiene i diritti.
Allo stesso modo, peraltro, nei giorni scorsi i giudici spagnoli della Corte d’Appello di Madrid hanno confermato la sentenza che – sempre nel 2008 – aveva respinto le accuse depositate da Telecinco (emittente spagnola del gruppo Mediaset) nei confronti di YouTube in un caso molto simile a quello italiano.
Claudio Tamburrino