L’ipotesi si è aperta improvvisamente a seguito di una sentenza della Corte Europea in merito alla Legge Gasparri, svolta che apre nuovi scenari per il futuro di Mediaset. Da una parte c’è un fronte interno in relazione agli equilibri tra Vivendi e la famiglia Berlusconi; dall’altra c’è un fronte esterno, che potrebbe portare Mediaset a buttarsi in corsa sul treno lanciato della Rete Unica per la fibra in Italia.
Mediaset: il Governo ci tenga un posto nella Rete Unica
L’ipotesi (clamorosa? fino ad un certo punto, visti gli interessi già ampiamente espressi dal gruppo nel passato) è tutta in una nota diramata a titolo ufficiale dall’azienda:
Se, al contrario di quanto prevede oggi la Legge italiana, si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle Tlc e dell’editoria televisiva, Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra.
Come a dire: se sarà concesso, Mediaset entrerebbe ben volentieri in FiberCop per aprirsi nuovi orizzonti sull’infrastruttura di Rete. In tal caso la palla passerebbe chiaramente nelle mani dell’AGCOM che dovrebbe valutarne le ricadute in termini di pluralismo: una patata bollente dalle inevitabili ricadute politiche. Non a caso si ipotizza un legame non così poi troppo lasso tra il futuro dell’esecutivo e i destini del rapporto tra Mediaset e la Rete Unica: un do ut des su cui Forza Italia potrebbe giocare ancora per qualche mese, cercando di portare a casa un’apertura all’ingresso nel network nazionale di banda larga ed offrendo in cambio un supporto per allontanare minacce di una nuova destabilizzazione.
Una cosa è certa: i tempi per Mediaset sono stretti. La Rete Unica sta procedendo spedita ed in assenza di impedimenti è ormai prossimo l’inizio delle trattative con Cassa Deposito e Prestiti. L’approvazione del Governo è già intascata, i grandi attori sono già in accordo. La famiglia Berlusconi prova ora il colpo di coda per un ingresso in extremis che sarà probabilmente discusso a Cologno Monzese prima ed a Roma poi.