YouTube dovrà rimuovere le clip e le immagini statiche estratte dalla trasmissione Il Grande Fratello: poco importa che non abbia ricevuto segnalazioni circostanziate per ogni singola violazione, poco importa che la piattaforma non sia tenuta ad esercitare un controllo su quanto pubblicato dai propri utenti. RTI lo ha chiesto e ottenuto: Mediaset riporta che il Tribunale di Roma ha nelle scorse ore respinto il reclamo di YouTube, confermando così quanto stabilito nel mese di dicembre.
Si tratta solo dell’ultimo capitolo del contenzioso in atto dal 2008 tra RTI e la piattaforma di sharing. Dal 2008 ad oggi YouTube ha tentato di proclamarsi neutro fornitore di spazio web, ha tentato di dimostrare l’impossibilità di sottoporre a controlli la mole di contenuti che viene caricata ogni minuto sui propri server, ha messo in campo degli strumenti come VideoID per agevolare i detentori dei diritti che non vogliano rimettersi alla vigilanza e alle buona maniere dei cittadini della rete, e per permettere loro di individuare le violazioni e di metterle eventualmente a frutto. Mediaset, dal 2008 ad oggi, si è dotata di una finestra online nella quale far scorrere contenuti proprietari, ha sostenuto la tesi della responsabilità pressoché editoriale di YouTube , che organizzerebbe e categorizzerebbe contenuti a favore delle platee connesse, e trarrebbe profitto dalle violazioni commesse dai suoi utenti, attorniandole di advertising e sottraendo investimenti che potrebbero riversarsi sui detentori dei diritti.
Sono “ampiamente in testa nelle classifiche dei video più cliccati”, sono caricati da utenti che attingono alle trasmissioni televisive e ora anche alla piattaforma online con cui Mediaset diffonde i propri contenuti: gli stralci di Grande Fratello popolano tuttora YouTube, ma presto, annuncia Mediaset, il portale di video sharing dovrà “rimuovere dai server tutti i contenuti illecitamente caricati”.
Nulla potrebbe il D.lgs 70/2003 , recepimento italiano della direttiva europea sul commercio elettronico in cui si stabilisce sostanzialmente la non responsabilità degli intermediari: “anche i siti come YouTube – informa Mediaset – devono rispondere alle consuete regole commerciali: contrariamente a quanto avveniva finora, da oggi solo chi investe in contenuti ha il diritto di sfruttarli economicamente anche online attraverso la raccolta pubblicitaria o altre fonti di ricavo”.
Compito di YouTube sarebbe ora quello di individuare tutti i frammenti della trasmissione , immagini fisse o in movimento che siano, e di procedere all’estirpazione : “gli oneri tecnologici per ottenere il rispetto di tale diritto – si spiega nel comunicato di Cologno Monzese – non possono essere a carico di chi ne è titolare”.
La richiesta esemplare formalizzata da Mediaset al tribunale, circostanziata in questi ultimi mesi alla trasmissione “Il Grande Fratello”, si sarebbe concretizzata così, a parere di RTI, in una esemplare lezione: l’ordinanza rappresenterebbe, nelle parole del comunicato del gruppo, di “un principio che finalmente diventa patrimonio di tutti gli editori e che potrà essere applicato nei confronti di ogni sito web che viola la proprietà dei diritti altrui”.
Editori di carta , e detentori di diritti su contenuti di ogni foggia: tutti potranno godere del successo conseguito da Mediaset presso il Tribunale di Roma e del quadro legale e di mercato che si sarebbe configurato con la nuova ordinanza . “Da oggi si apre quindi una nuova era per tutti gli editori italiani – annuncia Mediaset – che potranno stringere rapporti economici con gli operatori internet, ognuno nel rispettivo ruolo, sulla base di un nuovo contesto di regole chiare e definite”.
Gaia Bottà