Roma – Ha dell’incredibile, per i numeri coinvolti, l’operazione con cui un gruppo di cracker ha ottenuto un accesso nei sistemi informativi dello Stato della California lo scorso aprile. Un accesso che ha consentito a questi anonimi incursori digitali di ottenere informazioni personali su più di 250mila lavoratori statali.
L’imbarazzante rivelazione dell’avvenuto “buco”, a quasi un mese di distanza dal fatto, è stata data dai funzionari responsabili del sistema che hanno tenuto a sottolineare come sia in corso un’ampia indagine sull’accaduto a cura della “Sacramento Valley Hi Tech Task Force”, secondo cui, fino a questo momento, non risulterebbero usi illeciti di quelle informazioni.
La situazione è naturalmente considerata con grande attenzione, perché i dati che i cracker hanno potuto tranquillamente copiare non riguardano soltanto le informazioni anagrafiche dei dipendenti pubblici ma anche i loro numeri di social security ed altri dati personali.
Stando al Sacramento Bee, l’azione di cracking avrebbe colpito, oltre allo Stephen P. Teale Data Center, anche i sistemi informativi del dipartimento californiano dell’Educazione.
I funzionari ammettono che l’ingresso dei cracker nel sistema non solo è sorprendente, ma soprattutto è fonte di grande preoccupazione per l’estrema facilità con cui è avvenuto.