Washington (USA) – Bill Clinton è riuscito a rassicurare gli industriali sul fatto che il business digitale è ben lontano dal morire, che i cracker (da lui chiamati “hacker” e/o “terroristi”) sono un malessere passeggero e che l’aggressione cyber della scorsa settimana non è stata una nuova Pearl Harbour. Però è difficile convincere tutti quando l’ FBI , iperattiva su questo fronte, si trova costretta, in mancanza di meglio, a torchiare un adolescente che si fa chiamare “Coolio” finito nell’occhio del ciclone secondo alcuni suo malgrado (ma MSNBC assicura che Coolio ha dei precedenti proprio negli attacchi Denial of service).
Arriva quindi la CIA . L’intelligence statunitense ha confermato infatti nelle scorse ore di aver iniettato altri 3 milioni di dollari in NetEraser, un programma in origine sviluppato da uno dei principali fornitori di software per i servizi segreti e il Pentagono. Questi fondi, è stato detto, serviranno a completare rapidamente lo sviluppo di questo sistema da proporre poi ad istituzioni ed aziende per “difendersi” dalle aggressioni cyber di questo genere.
Da quanto si apprende, NetEraser sarebbe in grado di identificare l’arrivo di informazione non compatibile con il protocollo del programma e di tagliare la massa di input prima che mandi in tilt il sistema.
Come osserva la ABC, un’altra qualità del programma potrebbe essere utlizzata dalla CIA per consentire ai navigatori dell’intelligence di girare anonimamente su web. NetEraser sarebbe in grado di cambiare costantemente l’indirizzo IP del computer su cui è installato e in questo modo potrebbe “mascherare” l’IP di provenienza dell’utente…
Stando alle fonti CIA, NetEraser sarebbe pronto nel giro dei prossimi pochi mesi e arriverà sul mercato in una versione diversa da quella che continuerà a gestire la stessa CIA. “L’originale”, infatti, verrà conservata dall’agenzia di intelligence per proteggersi da attacchi realizzati dall’esterno magari proprio con NetEraser.