Kim Dotcom e sodali si possono estradare: la giustizia neozelandese, nelle vesti del giudice Nevin Dawson, ha stabilito che il fondatore di Megaupload, insieme ai collaboratori Mathias Ortmann, Finn Batato e Bram van der Kolk, potranno essere condotti negli USA, per rispondere di fronte a un tribunale locale delle accuse mosse dal Dipartimento di Giustizia.
Il giudice neozelandese, dopo 10 settimane di udienze e di argomentazioni delle parti, non ha emesso alcun giudizio riguardo alla responsabilità di Dotcom e degli altri fondatori del servizio in merito alle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla gestione di un’attività illegale, riciclaggio di denaro e violazione di proprietà intellettuale, formulate dagli USA dopo lo storico raid di inizio 2012: si è limitato a soppesare i termini delle leggi locali e le prove presentate dalle parti e ha decretato che sarà la giustizia statunitense a decidere.
Dotcom, dall’ opulenza razionata della propria abitazione, prima della decisione ribadiva in un’intervista la propria convinzione rispetto al fatto che le accuse di violazione del copyright, che non sono però le sole a pendere sul suo capo, non meritassero l’estradizione.
Me after court today;-) pic.twitter.com/PI8ZcygnUv
– Kim Dotcom (@KimDotcom) 23 Dicembre 2015
Alla decisione del giudice ha reagito con ottimismo : ricorrerà in appello contro la sentenza del giudice Dawson, come ha confermato il suo avvocato Ira Rothken, e in ogni caso la decisione finale riguardo all’estradizione spetta al ministro della giustizia neozelandese. Dotcom, a cui è stato confermato il regime di libertà vigilata insieme ad Ortmann, Batato e van der Kolk nonostante il giudice abbia rilevato l’alto rischio che si rendano irreperibili, si è già dimostrato un gran temporeggiatore: il confronto nei tribunali neozelandesi è stato rimandato per mesi e mesi e la decisione finale sull’estradizione, di ricorso in ricorso, potrebbe dover attendere oltre un anno.
Gaia Bottà