Non sono bastate le pubbliche scuse del primo ministro neozelandese John Key, dopo il clamoroso errore dell’intelligence nazionale nell’estenuante scontro legale tra il founder di Megaupload Kim Dotcom e le autorità statunitensi. Il giudice kiwi Helen Winkelmann ha ora ordinato l’immediato rilascio di tutte le informazioni raccolte dagli agenti del Government Communications Security Bureau (GCSB) sul corpulento boss del file hosting.
Alla fine dello scorso settembre, il premier neozelandese si era scagliato contro i vertici dell’intelligence locale, accusati di aver autorizzato le operazioni d’intercettazione delle comunicazioni private di Dotcom. Pur di origini tedesche, il founder di Megaupload ha ottenuto da diversi anni la residenza agli antipodi. In Nuova Zelanda, la legge vieta le pratiche di intercettazione e sorveglianza nei confronti dei cittadini.
Come stabilito dal giudice Winkelmann, i legali di Dotcom potranno avere libero accesso a tutte le informazioni rastrellate in maniera silente dagli agenti del GCSB. Lo stesso Dotcom attende la verità sul possibile collegamento tra le autorità statunitensi e le operazioni di spionaggio non autorizzato . Una ipotesi che, se confermata, potrebbe portare ad un ulteriore rallentamento nel processo che dovrebbe ordinare l’estradizione dei responsabili del cyberlocker.
In aggiunta , l’Alta Corte neozelandese ha mostrato a Dotcom un paradossale segnale di via libera: il boss del file hosting potrà denunciare il governo locale e chiedere i danni per le attività d’intercettazione illecita .
Mauro Vecchio