Nuove accuse nei confronti del mega-impero dello streaming, fatte calare dai vertici del Department of Justice (DoJ) sul capo del founder di Megaupload Kim Dotcom. In un documento di circa 90 pagine, le autorità federali a stelle e strisce hanno di fatto appesantito il già corposo fardello legale sulle spalle dei gestori della celeberrima piattaforma di file hosting.
Dotcom e soci sono dunque stati accusati di aver fornito informazioni fasulle ai legittimi titolari dei diritti, non essendosi mai sforzati nel rimuovere contenuti segnalati in base al Digital Millennium Copyright Act (DMCA) . In altre parole, Megaupload non potrebbe proprio invocare quel porto sicuro garantito agli intermediari che agiscono per eliminare il materiale illecito.
Sempre secondo le autorità federali, i vertici del cyberlocker avrebbero pagato – tra il 2008 e il 2009 – più di 3mila dollari ad un solo utente registrato, responsabile del caricamento di quasi 20mila file tra cui popolari film come Ocean’s Thirteen e Ratatouille . Questi stessi contenuti avrebbero generato qualcosa come 34 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo.
Inoltre, Megaupload avrebbe mentito sul numero esatto di utenti registrati alla piattaforma. Non 180, bensì 66 milioni circa . Di questi, quasi 6 milioni avrebbero caricato in maniera sistematica file in violazione del copyright. A dimostrare come più del 90 per cento dell’utenza sfruttasse il cyberlocker per scaricare o vedere in streaming i contenuti appartenenti alle major.
Mauro Vecchio