Lo ha annunciato Daniel Terdiman, il giornalista il cui avatar era presente nel metamondo di Second Life quando, volendo intervistare l’avatar della designer Anshe Chung, si è dovuto interrompere per l’ingresso inatteso nell’ambiente virtuale di altrettanto virtuali enormi peni rosa: l’annuncio è che quanto accaduto non ha niente a che vedere con il Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la controversa legge a cui la Chung si era appellata per perseguire gli autori dell’incursione elettronica nella “sua” intervista.
Chung aveva tentato di impedire la diffusione del video della “boutade” fallica appellandosi alla proprietà intellettuale che vanterebbe sul proprio avatar , un appello a cui come sanno i lettori di Punto Informatico YouTube ha risposto rimuovendo il video (che rimaneva comunque disponibile su Google Video).
Ma ora le cose sono cambiate. Sebbene Tiederman sostenga che secondo YouTube il video viola i termini di servizio del portalone del videosharing, in realtà su YouTube, cercando Anshe Chung si trovano varie versioni del video, segno che secondo i gestori di YouTube riprodurre con un filmato quanto avviene in pubblico su Second Life non è questione da DMCA . Lo ha ammesso peraltro poche ore fa anche il marito della designer, il primo ad indignarsi per l’accaduto.
“Per la fortuna di pervertiti e di chi cerca una buona risata – scrive TechPowerUp – la clip (da non vedere sul luogo di lavoro) è stata rimessa online dagli amichevoli utenti di YouTube”. Con buona pace di Chung, dunque, ecco qui sotto una delle versioni disponibili dei fatti: