Roma – Due minacce reali mettono in discussione la libera espressione in Internet e quindi, in un futuro prossimo, la libertà d’espressione in senso lato nell’emergente società dell’informazione.
L’uso sempre più frequente di minacce e cause legali con richieste di risarcimento danni per presunte diffamazioni così come l’imminente recepimento di due direttive europee – una riguardante la responsabilità dei provider rispetto ai contenuti ospitati e l’altra che limiterebbe di fatto la libertà di ricerca nel delicato campo della sicurezza informatica – sono esempi attuali di tentativi concreti di tappare la bocca ad un mezzo di comunicazione che fino ad ora poteva considerarsi abbastanza libero da lacci e lacciuoli burocratici ma che rischia, contemporaneamente al crescere del suo impatto nella nostra società, di venire compresso al pari di altri media oramai soggiogati a poteri forti, ordini professionali e ragion di mercato.
Il caso Caradonna che riguarda direttamente l’Associazione che ospita i nostri servizi di comunicazione è solo uno, ma forse il più eclatante – dei casi di richieste risarcimento danni per diffamazione registrati ultimamente in Rete. Nel caso Caradonna vs. Isole nella Rete un noto “mazziere fascista” chiede in nome di un inedito diritto all’oblio di rimuovere il suo passato dalle pagine di memoria antifascista oltre ad un altissimo risarcimento economico per la presunta diffamazione subita. Ecco perchè nel giorno della terza udienza del caso Caradonna, mercoledì 24 settembre 2002 invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la difesa della libertà d’espressione in Rete ad organizzare presidi e volantinaggi intorno a mass-media, tribunali e biblioteche distribuendo questo stesso testo per ribadire che non è il momento dell’oblio ma è il momento di ricordare e gridare a gran voce che solo la memoria, la memoria delle lotte fatte nel passato e dei diritti che ne sono conseguiti, puo’ esserci d’aiuto per garantirci un futuro di possibili liberazioni sociali.
Non è un reato affermare come nel caso Caradonna quello che peraltro decine di altri siti ed organi di comunicazione su carta hanno storicizzato legittimamente negli anni; non è sbagliato, fuori moda, inutile e antiquato ricordare delle passate violenze fasciste perchè il futuro che ci aspetta – se non mobilitiamo le coscienze dei più – puo’ anche darsi che sia “digitale” ma nient’affatto “moderno” e piacevole visto i tratti liberticidi di questa Europa che avanza grazie al silenzio dei benpensanti tutti, sinistra istituzionale compresa.
Basta infatti sfogliare con un minimo di senso critico i contenuti della direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico così come la famigerata Eucd – European Union Copyright Directive per scoprire che un domani basterà una minacciosa telefonata di qualche potere forte per convincere un provider timoroso di ritrovarsi in guai giudiziari ed economici a rimuovere contenuti scomodi. Da una lettura analitica di queste due direttive così come per esempio è stata fatta egregiamente dall’ Associazione software libero è facile immaginarsi un futuro oscuro fatto di impossibilità di discutere risultati di sperimentazioni tecniche e scientifiche, di un mercato liberista o monopolista a seconda del bisogno che comunque necessita di gendarmi e leggi da medioevo per scacciare le proprie paure, di provider e motori di ricerca che passeranno metà del loro tempo a cancellare contenuti scomodi e mal tollerati da qualche potente dalla causa facile. Tutto cio’ negli USA è già realtà malgrado la leggenda metropolitana dell’intoccabilità del primo emendamento della costituzione yankee.
Ecco perchè la difesa della memoria antifascista si sposa oggi in modo naturale con le aspirazioni di diffusione del software libero, aspetti diversi ma equivalenti di una sempre più disperata difesa della libertà di sapere. Ecco perché invitiamo a diffondere in molti questo stesso testo nella giornata di mobilitazione del 24 settembre 2002 coordinandosi – volendo – tramite la mailing-list . Per essere liberi di ricordare e scegliere la trama della propria esistenza.
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