La svolta tecnologica arriva anche a tavola: tra banchetti intelligenti che permettono di scegliere i vini e i cibi, nonché di chiedere il conto. Cambia il modo di mangiare, ma soprattutto cambia il modo di effettuare le ordinazioni. A farne le spese è quasi sempre il cameriere, figura spesso ritenuta non indispensabile, sostituita o declassata per far posto a sistemi hi-tech di sicuro meno cordiali e umani.
L’ultimo in ordine di apparizione è il ristorante Inamo di Londra, una specie di sushi-bar che vende cucina fusion con un pizzico di tecnologia: i tavoli bianchi sono destinati alla proiezione dei menù. Navigando con un sistema simile ai mouse track ball, è infatti possibile visualizzare i piatti e ordinarli con un solo click. Ma non solo: il sistema permette anche di scegliere ed abbinare vini e bevande e di spiare la cucina tramite un’apposita webcam puntata sui cuochi all’opera. Nell’attesa dei piatti ci si può divertire cambiando l’immagine di sfondo che appare su ogni tavolo, guardando la mappa del circondario per decidere cosa fare dopo oppure sfidare i propri commensali ad una partita di battaglia navale.
Il tutto è possibile grazie ad una serie di videoproiettori posizionati sul soffitto che inviano le immagini sulla superficie bianca del tavolo. Un sistema non del tutto funzionale, considerato che una volta pieni di vivande i tavolini saranno comunque inutilizzabili, salvo la necessità di fare spazio o sollevare piatti e bicchieri per poter leggere. Dispositivi del genere non sono una novità: basti citare il Surface di Microsoft, finito di recente nei bar di Las Vegas e nei negozi di AT&T . Va specificato che nel caso del gioiellino di Redmond, così come nei prodotti di altri marchi, la dotazione tecnologica è decisamente più massiccia.
La nuova idea del ristorante londinese rimane comunque una piacevole eccezione: i ristoranti tecnologici sono pur belli da vedere, ma per il momento rimarranno probabilmente una divertente alternativa. “L’esperienza è bellina” commenta in questo video su YouTube il sommelier Andrea Gori: “Sicuramente può essere allargata mettendo la connessione ad Internet per decidere magari cosa fare dopo, invece di scegliere dalle possibilità limitate del sistema”. La novità sembra piacere, ma non soddisfare del tutto, sia per l’elemento tecnologico, che per quello prettamente collegato al palato. La mancanza del contatto umano si sente, soprattutto perché, per molti, un ristorante senza camerieri altro non è che il surrogato di un fast food.
Vincenzo Gentile