La Supreme Court of British Columbia si è pronunciata in merito alla richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti per Meng Wanzhou, la CFO di Huawei che nel dicembre 2018 è stata arrestata in Canada con l’accusa di frode. L’iter per l’accoglimento della domanda degli USA va avanti poiché vi è il principio della doppia incriminazione: il fatto è punibile sia nel paese richiedente sia in quello concedente.
Avanti con l’iter per l’estradizione della CFO Huawei
La complessa vicenda in esame si snoda in un arco temporale compreso tra il 2009 e il 2014 e vede sotto la lente d’ingrandimento della giustizia americana l’attività svolta dalla Chief Financial Office (e figlia del fondatore Ren Zhengfei) in relazione all’azienda Skycom Tech con sede a Hong Kong, impiegata da Huawei con l’obiettivo di intrattenere affari con operatori telefonici iraniani. Una dinamica che costituisce un’infrazione delle sanzioni stabilite da Washington nei confronti del paese mediorientale.
Fino ad oggi Meng è rimasta bloccata in stato di arresto a Vancouver. Il caso ha contribuito a un inasprimento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, finendo col rendere ancora più acceso lo scontro che vede coinvolte le due superpotenze coinvolgendo direttamente il gruppo di Shenzhen con un ban imposto dal Dipartimento del Commercio USA nel maggio 2019 e che rimarrà in vigore almeno fino al 2021.
In gioco ci sono anche gli appalti per la realizzazione delle reti 5G e la fornitura di tecnologia hardware e software: in estrema sintesi, stando gli ultimi sviluppi Huawei non potrà più acquistare chip da realtà americane per destinarli a dispositivi come gli smartphone.