Dopo la denuncia presentata da Google alla Commissione europea, Microsoft ha deciso di passare all’attacco accusando l’azienda californiana di finanziare una “campagna ombra” con l’obiettivo di screditare il suo business cloud. A tale scopo, Google lancerà in settimana una Open Cloud Coalition per le attività di lobbying e astroturfing.
Gravi accuse di Microsoft a Google
Nel comunicato ufficiale di Microsoft viene citato il tentativo (fallito) di impedire l’accordo tra l’azienda di Redmond e CISPE in Europa. Google aveva offerto circa 470 milioni di dollari ai provider cloud per convincerli a proseguire nello scontro legale.
Microsoft scrive che Google annuncerà il gruppo Open Cloud Coalition (come effettivamente avvenuto oggi), il cui scopo è screditare Microsoft presso le autorità antitrust e ingannare il pubblico.
Google ha fatto di tutto per nascondere il suo coinvolgimento, i suoi finanziamenti e il suo controllo, in particolare reclutando una manciata di provider cloud europei per fungere da volto pubblico della nuova organizzazione. Quando il gruppo verrà lanciato, Google, a quanto abbiamo capito, si presenterà probabilmente come un membro di secondo piano piuttosto che come leader. Resta da vedere cosa Google offrirà alle aziende più piccole per unirsi al gruppo, in termini di denaro o sconti.
Secondo Microsoft, Google ha avviato una “campagna ombra” assumendo un’agenzia di comunicazione e lobbying. Simili pratiche sono state attuate anche in altri paesi (Stati Uniti e Cina principalmente). L’azienda di Redmond afferma che Google vuole inoltre ottenere un altro risultato, ovvero distogliere l’attenzione delle autorità dai suoi comportamenti anticoncorrenziali.
In vari paesi nel mondo sono state avviate almeno 24 indagini antitrust contro Google. Tra le più note ci sono quelle relative al monopolio nel mercato dei motori di ricerca e della distribuzione delle app Android. Una portavoce di Google ha dichiarato:
Noi e molti altri crediamo che le pratiche anticoncorrenziali di Microsoft blocchino i clienti e creino effetti negativi a valle che hanno un impatto sulla sicurezza informatica, sull’innovazione e sulla scelta.
Il riferimento è alle clausole contrattuali di Azure che prevedono un aumento dei costi di licenza per i clienti che decidono di usare Windows Server su servizi cloud concorrenti, come specificato nella denuncia presentata a fine settembre.