Un grande schermo ricurvo, che occupa completamente la plancia e che domina l’esperienza visiva a bordo: Mercedes ha presentato il nuovo MBUX Hyperscreen con cui rivoluziona l’imprinting della vettura in un modo in cui non si era visto da decenni. A farsi protagonista è la tecnologia, che sale a bordo in modo più radicale mettendo da parte il classico per penetrarne capillarmente ogni aspetto: un vero e proprio salto di paradigma, soprattutto per un marchio come Mercedes, tanto che il brand stesso parla propriamente di una nuova “dimensione emotiva“.
Parlare di dimensione è certamente qualcosa di opportuno, visto che si tratta di un display di 141 cm di lunghezza per ben 2432,11 cm2 di superficie. Ma basta scavare appena sotto la superficie per comprendere che si tratta dell’inizio di qualcosa di nuovo, di un percorso che per l’industria automotive è inevitabilmente inderogabile. Una vittoria per il Tesla-style? Decisamente, perché su questo fronte è all’avanguardia da tempo, ma avrà anche il difficile compito di confermarsi lepre fin dai prossimi step perché difficilmente la concorrenza lascerà spazi di manovra troppo comodi.
Ecco perché si tratta di un passo importante e perché Mercedes regala tanta enfasi a questo annuncio: non si tratta soltanto di evolvere le proprie vetture, ma anche di donare a queste ultime un posizionamento di mercato funzionale a quella che si intende come la “new normality”. La storia dell’automotive verrà scritta con un “prima” ed un “dopo” il 2020: MBUX Hyperscreen è il canovaccio di una storia in divenire.
MBUX Hyperscreen, l’auto è un luogo
Il nuovo hyperscreen è una novità radicale dal punto di vista del design ma non solo, visto che gli 8 core della CPU ed i 24 gigabyte di RAM hanno utilità che vanno anche ben oltre la sola animazione del display:
A questo si aggiunge l’intelligenza artificiale (AI): con un software in grado di apprendere, il display e il concept operativo si adattano completamente all’utente e forniscono suggerimenti personalizzati per numerose funzioni di infotainment, comfort e specifiche per il veicolo. Grazie al cosiddetto ‘zero layer’ (livello zero), l’utente non deve scorrere sottomenu o impartire comandi vocali. Le applicazioni più importanti sono sempre disponibili in modo situazionale e contestuale al livello più alto in vista. In questo modo, numerose fasi operative vengono rimosse dal driver EQS.
Stessa attenzione è rivolta al passeggero, che dispone di un proprio display ed una propria area operativa dedicata. Quest’ultimo aspetto è centrale nella ridefinizione degli spazi, perché il volume dell’abitacolo non viene più pensato esclusivamente per chi guida, ma frammentato in “zone” con elementi funzionali per renderne piacevole l’esperienza ad ogni livello. In questa evoluzione sta la traslazione da “mezzo” a “luogo”, superando un confine tanto sottile quanto essenziale.
Gli schermi da cui è costituito il display sono celati sotto un unico rivestimento in vetro, con una progettualità tale per cui le immagini sembrano illuminate sulla superficie più estrema mentre l’intero display sembra “galleggiare” sul pianale retrostante grazie ad un sistema di illuminazione ad hoc. “Per un’immagine particolarmente brillante“, spiega la comunicazione ufficiale, “la tecnologia OLED viene utilizzata nei display centrali e passeggeri. È qui che i singoli punti immagine sono auto-luminosi; i pixel dell’immagine non controllati rimangono spenti, il che significa che appaiono neri profondi. I pixel OLED attivi, d’altra parte, si irradiano con un’elevata brillantezza di colore, con valori di contrasto elevati, indipendentemente dall’angolo di visualizzazione e dalle condizioni di illuminazione“.
L’erogazione dei servizi di infotainment e la capacità del sistema di apprendere dalle abitudini d’uso dell’utente (fino a 7 profili configurabili) consente un’esperienza quanto più ottimale. La differenza, da questo momento in poi, sarà a livello software: lo schermo è elemento identitario e abilitante, ma solo una valida esperienza lato software potrà davvero rendere iconico il nuovo MBUX Hyperscreen e proiettare così il brand Mercedes nell’orizzonte delle “smart car”. Non basta uno schermo, insomma, ma Daimler con questo annuncio dimostra di avere le idee chiare sulla direzione da intraprendere all’interno della nuova normalità post-pandemica.
E per il mondo dei servizi online si apre con sempre maggior ampiezza un nuovo canale di distribuzione: l’auto è il nuovo luogo dove informazioni, servizi, podcast e marketplace potranno coltivare nuovi mercati. Del resto la nuova dimensione emotiva è esattamente questa: non uno strumento funzionale allo spostamento, ma un luogo funzionale a vivere lo spostamento stesso.