La seconda Commissione del Senato messicano ha invitato l’esecutivo a non sottoscrivere il Trattato internazionale Anti-Counterfeiting Trade Agreement ( ACTA ).
Il Senato messicano ha approvato una risoluzione con cui spiega di considerare illegittime le sanzioni previste dal trattato in materia di contraffazione : oltre al fatto in sé che porta ad introdurre una sanzione aggiuntiva non dibattuta in seno al parlamento, infatti, non piace in particolare il fatto che tali sanzioni si applicherebbero indistintamente a tutte le infrazioni di proprietà intellettuale , anche nei casi in cui non fosse dimostrato lo scopo di lucro e senza distinguere tra diritto d’autore, brevetti e marchi.
La natura delle sanzioni rappresenta uno degli aspetti maggiormente contestati dagli osservatori internazionali dell’accordo internazionale ancora oscuro nei dettagli, dal momento che si è svolto in un clima di segretezza, soprattutto su richiesta USA. Gli altri punti fortemente controversi riguardano: l’applicazione della dottrina dei tre colpi , che pur non essendo imposta sembra quanto meno essere permessa (e addirittura “suggerita”), la previsione di misure anti-aggiramento delle protezioni ai contenuti, la complessa questione dei brevetti sui farmaci, l’esclusione della “contraffazione delle indicazioni geografiche” (tema che, peraltro, sarebbe di marcato interesse per il Vecchio Continente) e le responsabilità degli Internet Service Provider.
In conseguenza della presa di posizione del Parlamento messicano, il paese centroamericano dovrebbe uscire dal trattato ACTA . Sempre che il potere esecutivo non decida di ignorare i legislatori.
Claudio Tamburrino