Meta ha un problema, un enorme problema con la privacy dei suoi utenti: gli account di 50.000 iscritti a Facebook e Instagram sono stati spiati da varie società di sorveglianza. Le compagnie coinvolte sono ben sette, mentre le vittime sono dislocate in più di 100 nazioni. A darne notizia è stato lo stesso gruppo capitanato da Mark Zuckerberg, dopo un’indagine portata avanti per anni.
Meta scova 50.000 account Facebook e Instagram spiati
Le aziende incriminate vengono definite come “surveillance for-hire”, ovvero compagnie pagate da terzi per spiare alcuni soggetti ritenuti scomodi, come giornalisti, oppositori di regimi autoritari e attivisti per i diritti umani, utilizzando software di riconoscimento facciale e algoritmi di analisi dei feed social per ricostruirne i movimenti nello spazio e nel tempo e la rete famigliare e di amicizie. Non è chiaro chi si trovi dietro, ma secondo Meta potrebbe anche esserci lo zampino delle agenzie di intelligence di tutto il globo.
Attualmente i gruppi di spionaggio sono già stati rimossi dalle piattaforme. Tra quelli bannati vi sono Cobweb, Cognyte, Black Cube, Bluehawk CI, BelltroX e Cytrox. Accanto ad esse, Meta ha scoperto pure un’azienda cinese che stava sviluppando un “surveillanceware”, ovvero un software pensato per analizzare costantemente i profili di un numero potenzialmente elevatissimo di utenti senza l’intervento umano. Da notare che insieme alle agenzie sono stati altresì bloccati 1.000 account di utenti e bot connessi ad esse.
Secondo Nathaniel Gleicher, Chief Security Officer di Meta, ormai è da anni che l’attenzione del pubblico si concentra quasi solamente sugli hacker, sui loro gruppi e sulle compagnie di hacking su commissione, ma il campo della sorveglianza può dare origine alle stesse tipologie di problemi e con la medesima frequenza. Il tutto viene aggravato dal fatto che spesso i cyber mercenari dichiarano che i loro servizi e la loro sorveglianza servono per tracciare criminali e terroristi, ma in realtà gli obiettivi sono indiscriminati