Gli occhiali smart Ray-Ban Meta, frutto della collaborazione tra il colosso tecnologico e il celebre brand di occhiali, sollevano interrogativi sulla privacy degli utenti. Dotati di una fotocamera frontale in grado di scattare foto non solo su richiesta, ma anche quando attivata da parole chiave come “guarda“, questi dispositivi raccolgono una mole considerevole di immagini, in modo intenzionale o meno. Tuttavia, Meta non sembra fornire garanzie sulla riservatezza di tali dati.
Addestramento dell’AI con le foto scattate dagli occhiali Smart Ray-Ban: la reticenza di Meta
Quando interpellata da TechCrunch riguardo all’eventuale utilizzo delle immagini scattate degli utenti per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, Meta ha evitato di fornire una risposta chiara. Anuj Kumar, senior director di Meta per i wearable AI, e Mimi Huggins, portavoce dell’azienda, hanno dichiarato di non poter condividere pubblicamente tali informazioni. Questa reticenza suscita non poche preoccupazioni, specialmente alla luce della nuove funzioni AI dei Ray-Ban Meta, che scatterà numerose foto passive.
La funzione video in tempo reale e la privacy degli utenti
La nuova funzione video in real time, in arrivo sui Ray-Ban Meta, solleva ulteriori dubbi sulla privacy. Attivati da parole chiave, gli occhiali smart trasmetteranno una serie di immagini a un modello di intelligenza artificiale multimodale, consentendo risposte in tempo reale sull’ambiente circostante. Ciò implica la raccolta di una grande quantità di foto, delle quali l’utente potrebbe non essere pienamente consapevole. Meta, tuttavia, non chiarisce il destino di queste immagini.
Il confronto con i competitor non regge
A differenza di Meta, altri fornitori di modelli di intelligenza artificiale hanno adottato politiche più trasparenti riguardo all’addestramento dei dati degli utenti. Anthropic e OpenAI, ad esempio, affermano di non effettuare mai l’addestramento sui dati immessi o prodotti dai clienti attraverso le loro API. La mancanza di chiarezza da parte di Meta sulle immagini raccolte dagli occhiali smart Ray-Ban solleva legittime preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati personali.