È ufficiale la stretta di mano tra Meta e Anduril, finalizzata alla realizzazione di prodotti XR integrati che forniscano ai combattenti una percezione migliorata e consentano un controllo intuitivo delle piattaforme autonome sul campo di battaglia
. Lo si legge nel comunicato stampa che svela l’accordo.
XR per i militari: Zuckerberg ritrova Luckey
Mark Zuckerberg ha dichiarato che la società è onorata della partnership
e del fatto che le tecnologie sviluppate possano essere messe al servizio dei militari americani che proteggono i nostri interessi in patria e all’estero
. Nell’ambito di questa collaborazione, il numero uno di Meta si troverà di nuovo ad avere a che fare con Palmer Luckey, fondatore prima di Oculus quando aveva solo 15 anni (acquisita da Facebook nel 2014) e poi di Anduril. La separazione tra i due non è stata amichevole: risale al 2017 con un licenziamento.
Di quali prodotti XR si tratta? La sigla si legge per esteso extended reality. L’obiettivo è quello di creare elmetti, occhiali e altri dispositivi indossabili che possano fornire ai militari funzionalità di realtà virtuale o realtà aumentata utili nello scenario bellico. Il sistema alla base del funzionamento si chiama EagleEye. Basato su sensori in grado di amplificare la percezione di quanto avviene nell’ambiente circostante, può ad esempio migliorare l’identificazione di droni in volo a chilometri di distanza o di bersagli nascosti. L’articolo del Wall Street Journal dedicato all’accordo fa riferimento anche ad armi potenziate dall’AI.
Va aggiunto che Meta e Anduril hanno anche già presentato un’offerta congiunta per un contratto con il Dipartimento della Difesa dal valore pari a 100 milioni di dollari, per la fornitura di dispositivi VR (virtual reality). L’eventuale mancato ottenimento del bando non avrà comunque un impatto sulla collaborazione appena annunciata.
Dal Project Maven all’accordo tra Meta e Anduril
La notizia, già di per sé significativa, lo è ancor di più se si richiama alla mente quanto avvenuto nel recente passato in casa Google. Dopo pochi anni, l’impiego dell’AI per finalità militari non sembra più smuovere le coscienze o quantomeno accendere un dibattito sulla sua legittimità.
Nel 2018, il gruppo di Mountain View ha interrotto la propria collaborazione con il Pentagono riguardante Project Maven. L’iniziativa prevedeva l’impiego dell’intelligenza artificiale addestrata da bigG per analizzare le riprese aeree effettuate dai droni in territorio bellico. Nello stesso anno, la società ha rinunciato al bando JEDI per la fornitura dell’infrastruttura cloud al Dipartimento della Difesa. In entrambi i casi, le decisioni sono state influenzate da valutazioni inerenti all’etica.