Come altre Big Tech, Meta vuole utilizzare l’elettricità generata dalle centrali nucleari per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa. Il piano di costruire un nuovo data center è stato però rallentato dalla presenza di una rara specie di ape. Amazon ha invece ricevuto parere negativo all’uso dell’energia fornita da una centrale in Pennsylvania.
Ostacoli per Meta e Amazon
Amazon, Google, Meta e Microsoft addestrano modelli di intelligenza artificiale generativa sempre più grandi. È quindi necessaria un’enorme quantità di energia che causa un aumento delle emissioni di gas serra. Ciò contrasta con la promessa di ottenere energia “carbon-free”. Tutte le Big Tech hanno quindi pianificato di usare centrali nucleari esistenti o di investire in centrali di piccole dimensioni.
Meta vuole costruire un data center accanto ad una centrale già attiva per sfruttare l’energia nucleare. Le ambizioni dell’azienda di Menlo Park sono state rallentate da piccoli insetti sociali. Nel terreno scelto per il data center (non è noto dove) è stata trovata una rara specie di ape. Ciò potrebbe costringere Meta a trovare una soluzione alternativa, in quanto difficilmente riceverà il via libera dagli enti preposti alla protezione della fauna.
Il piano di Amazon è stato invece bloccato dalla Federal Energy Regulatory Commission (FERC). L’azienda di Seattle voleva incrementare la potenza fornita al suo data center dalla centrale nucleare di Susquehanna (Pennsylvania). Secondo la commissione, l’aumento di potenza potrebbe incrementare i costi delle bollette dei cittadini e causare instabilità (cali di tensione e blackout) della rete elettrica.
Amazon ha sottoscritto un accordo da 650 milioni di dollari con il proprietario della centrale (Talen Energy) che prevede l’uso di 960 MW per alimentare un nuovo data center da costruire nelle vicinanze. È probabile che il piano verrà bocciato dalla FERC.