Meta deve limitare l'uso dei dati per la pubblicità

Meta deve limitare l'uso dei dati per la pubblicità

Secondo un avvocato generale della CGUE, Meta non può raccogliere tutti i dati degli utenti e usare quelli sensibili per la pubblicità personalizzata.
Meta deve limitare l'uso dei dati per la pubblicità
Secondo un avvocato generale della CGUE, Meta non può raccogliere tutti i dati degli utenti e usare quelli sensibili per la pubblicità personalizzata.

In attesa di conoscere se il modello “Consenti o Paga” verrà considerato illegale, il noto avvocato Max Schrems ha ottenuto un’altra importante vittoria contro Meta. Un avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che l’azienda di Menlo Park non può usare qualsiasi dato dell’utente per la pubblicità personalizzata su Facebook.

Meta non può usare tutti i dati personali

Il caso esaminato nasce da una denuncia presentata da Schrems nel 2014 e discussa dai tribunali austriaci dal 2020. La Corte Suprema ha chiesto alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) un parere su quattro argomenti nel 2021. Due di essi sono stati trattati in un caso sollevato dal garante della privacy tedesco e terminato con la condanna di Meta (violazione del GDPR). L’avvocato generale della CGUE ha ora espresso il suo parere (non vincolante) sugli altri due, descritti sul sito di noyb, organizzazione non-profit fondata da Schrems.

La prima questione riguarda il rispetto della minimizzazione di dati, in base alla quale i dati non possono essere raccolti e trattati senza limitazione di tempo e tipo (art. 5 comma 1c del GDPR). L’avvocato generale ha evidenziato che “il giudice nazionale deve poter valutare, in particolare sulla base del principio di proporzionalità, in che misura il periodo di conservazione e la quantità dei dati trattati siano giustificati alla luce dell’obiettivo legittimo di trattamento di tali dati ai fini di una pubblicità personalizzata“.

La seconda questione riguarda la limitazione della finalità e il trattamento di dati resi pubblici dall’interessato (articoli 5 comma 1b e 9 comma 2e del GDPR). L’avvocato generale ha sottolineato che, nonostante Schrems abbia pubblicamente confermato la sua omosessualità, Meta non può usare questo dato sensibile per la pubblicità personalizzata su Facebook.

Il parere dell’avvocato generale non è vincolante, ma viene spesso seguito dai giudici. Un portavoce di Meta ha dichiarato che l’azienda attenderà la sentenza della CGUE, evidenziando però che non viene usato nessun dato sensibile per le inserzioni personalizzate.

Fonte: TechCrunch
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Pubblicato il
26 apr 2024
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