Come anticipato la scorsa settimana, Meta ha ricevuto dalla Data Protection Commission (DPC) dell’Irlanda una sanzione record di 1,2 miliardi di euro. L’accusa è aver violato l’art. 46(1) del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), continuando a trasferire i dati degli utenti europei negli Stati Uniti, nonostante la nota sentenza Schrems II. L’azienda di Menlo Park ha già comunicato che presenterà appello.
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La DPC ha inflitto la multa sulla base di una decisione vincolante dell’European Data Protection Board (EDPB). Al termine dell’indagine avviata nel 2020, l’autorità irlandese aveva accertato la violazione dell’art. 46(1) del GDPR e proposto la sospensione del trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti. La decisione è stata ritenuta insufficiente da quattro autorità di altri paesi che hanno chiesto una sanzione amministrativa.
La DPC ha successivamente chiesto l’intervento dell’EDPB per la risoluzione della disputa. Il comitato europeo ha quindi imposto la revisione della decisione al garante della privacy irlandese. Meta ha trasferito i dati degli utenti europei sui server negli Stati Uniti, violando l’art. 46(1) del GDPR e la sentenza Schrems II della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha dichiarato nullo l’accordo Privacy Shield tra Europa e Stati Uniti.
Meta dovrà quindi pagare una multa di 1,2 miliardi di euro, sospendere il trasferimento dei dati entro 5 mesi e spostare tutti i dati in Europa entro 6 mesi. La decisione riguarda solo Facebook, non gli altri servizi offerti dall’azienda californiana.
Meta ha subito pubblicato un comunicato ufficiale per esprimere il suo disappunto, sottolineando che il trasferimento dei dati è avvenuto sulla base delle clausole contrattuali standard, la stessa base legale usata da migliaia di aziende. Meta presenterà appello e chiederà di bloccare l’applicazione della decisione entro le scadenze indicate. Se il giudice respingerà la richiesta, tra 5 mesi potrebbe essere bloccato l’accesso a Facebook in Europa.
Ciò non avverrà se Europa e Stati Uniti approveranno il nuovo accordo sul trasferimento dei dati. L’avvocato Max Schrems dell’organizzazione nyob ha festeggiato la decisione (anche se sperava in una multa più alta), evidenziando che l’eventuale ricorso di Meta alla Corte di Giustizia verrà sicuramente bocciato.