Le molestie nel mondo reale possono continuare anche nel metaverso. Lo stesso è vero per gli abusi sui minori, come ha confermato una ricerca del gruppo Center for Countering Digital Hate (CCDH). Il garante della privacy del Regno Unito (Information Commissioner’s Office) ha quindi chiesto chiarimenti a Meta sull’esistenza di specifici controlli parentali da impostare quando i più piccoli usano il visore Oculus Quest 2.
Metaverso pericoloso per i minori
Creare un metaverso sicuro è quasi impossibile. Questa affermazione arriva da Andrew Bosworth, Chief Technology Officer di Meta e capo della divisione Reality Labs, quindi l’azienda di Menlo Park conosce benissimo i problemi che dovrà risolvere durante e dopo la creazione della nuova piattaforma. Uno di essi riguarda la sicurezza dei bambini, che possono incontrare nel mondo virtuale gli stessi pericoli del mondo reale.
Il Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha scoperto che diversi minorenni sono stati molestati attraverso l’app VRChat per Oculus Quest 2. Il garante della privacy del Regno Unito ha comunicato che chiederà informazioni a Meta sul rispetto del codice relativo alla progettazione dei servizi usati anche dai più piccoli.
Per aprire un account Facebook e usare le app del visore è necessaria un’età minima di 13 anni, ma il CCDH ha rilevato che la verifica dell’età può essere facilmente aggirata e i controlli parentali non sono sufficienti. Quindi il visore non è “safety-by-design”. L’eventuale violazione del codice per i minori può portare ad una sanzione fino a 17,5 milioni di sterline o il 4% delle entrate globali. Nel caso di Meta vuole dire circa 2,5 miliardi di sterline.
L’azienda di Menlo Park ha promesso un investimento da 50 milioni di dollari per la costruzione del metaverso attraverso il coinvolgimento di partner industriali, difensori dei diritti civili, governi, organizzazioni non-profit e istituzioni accademiche.