Due utenti di Facebook hanno presentato una denuncia contro Meta per aver aggirato la funzionalità ATT (App Tracking Transparency) di iOS. Le accuse di violazione della privacy sono state rivolte all’azienda di Menlo Park sulla base della scoperta del ricercatore Felix Krause a metà agosto. Quasi contemporaneamente, un giudice del Texas ha ordinato a Meta di pagare 175 milioni di dollari per la violazione dei brevetti di Voxer.
Meta non rispetta le scelte degli utenti
Felix Krause, ex ingegnere di Google, ha scoperto che Meta inietta un particolare codice JavaScript nelle pagine aperte con il browser interno delle app Facebook e Instagram per iOS. Lo scopo è raccogliere informazioni sulle attività degli utenti, tra cui password, indirizzi e numeri delle carte di credito. L’azienda di Menlo Park ha dichiarato che il codice di tracciamento rispetta la scelta effettuata tramite ATT.
Queste affermazioni sono false e travisano il funzionamento del browser in-app e del Pixel di Meta. Abbiamo intenzionalmente sviluppato questo codice per onorare le scelte di App Tracking Transparency fatte dalle persone sulle nostre piattaforme.
Nelle denunce viene evidenziato che Meta intercetta le interazioni degli utenti con terze parti e utilizza i dati per incrementare i profitti di advertising. Il giudice deciderà se possono ottenere lo status di class action. Un portavoce di Meta ha dichiarato che le accuse sono infondate. L’azienda sostiene che il browser in-app rispetta le scelte degli utenti.
Un giudice del Texas ha invece condannato Meta al pagamento di 175 milioni di dollari a Voxer, azienda che sviluppa l’app Walkie Talkie. Meta ha infranto i brevetti di Voxer, utilizzando le tecnologie di Walkie Talkie in Facebook Live e Instagram Live. Meta ha comunicato che presenterà appello.