Anche Meta vuole fare il grande passo e adottare l’energia nucleare per alimentare i suoi data center negli Stati Uniti. L’azienda di Mark Zuckerberg ha intenzione di integrare entro il 2030 i reattori nucleari nelle sue operazioni. Si tratta di di reattori capaci di generare tra 1 e 4 gigawatt di potenza. Tanto per avere un’idea, un tipico reattore nucleare USA produce 1 gigawatt, quanto basta per alimentare milioni di case.
All’inizio di quest’anno, Meta stava già progettando di costruire un data center alimentato con l’energia nucleare, ma ha abbandonato il piano a causa dell’avvistamento di una rara specie di api vicino al sito proposto.
Meta guarda al nucleare per i suoi data center negli USA
Meta ci crede davvero. Per Zuckerberg, il nucleare avrà un ruolo chiave nella transizione verso una rete elettrica più pulita, affidabile e diversificata. Non a caso, l’azienda ha aperto le candidature ai potenziali fornitori di energia nucleare fino al 3 gennaio 2025.
Anche se Meta è aperta a proposte sia per i reattori modulari compatti (SMR) che per quelli più grandi, sembra avere una predilezione per i primi. Il motivo? Sono più flessibili e rappresentano un’alternativa vantaggiosa alle centrali nucleari tradizionali.
Il nucleare al centro della transizione energetica
Sia chiaro, il nucleare non è una passeggiata. C’è lo scetticismo dell’opinione pubblica da affrontare e ostacoli normativi da superare. Ma per aziende con enormi centri di calcolo come Meta, i benefici sembrano superare le difficoltà e i rischi.
Questa mossa si inserisce nel quadro degli sforzi di Meta per introdurre ulteriori fonti di energia pulita nella rete. Un impegno che già include solare, eolico, stoccaggio a batteria e, più recentemente, fonti geotermiche. Si tratta di una scommessa audace quella con il nucleare o è la strada giusta per un futuro energetico più sostenibile?