Quando si tratta di moderazione dei contenuti, Meta non può fare quello che vuole. A ricordarglielo ci pensa il suo stesso Consiglio di Sorveglianza, l’Oversight Board. E stavolta, non le ha mandate a dire.
A gennaio Meta ha introdotto le nuove politiche sui discorsi d’odio. Un cambiamento che, secondo il Consiglio, è stato “annunciato frettolosamente, in una deviazione dalla procedura regolare“. Insomma, Mark Zuckerberg e soci hanno deciso di allentare le maglie sui contenuti offensivi senza dare troppe spiegazioni.
Il Consiglio di Sorveglianza di Meta chiede chiarezza sulla nuove politiche contro i discorsi d’odio
Il Consiglio non ci sta e ha chiesto a Meta di fornire maggiori informazioni sulle nuove regole. Non solo: l’organismo vuole che l’azienda valuti l’impatto di queste politiche sugli utenti più vulnerabili, che riporti pubblicamente i risultati e che aggiorni il Consiglio ogni sei mesi. Perché quando si tratta di hate speech, la trasparenza non è un optional.
Ma facciamo un passo indietro. Perché Meta ha deciso di ammorbidire le sue politiche sui discorsi d’odio? Secondo molti osservatori, la svolta è arrivata in vista dell’insediamento del presidente Donald Trump, in un tentativo di permettere “più libertà di parola” su Facebook, Instagram e Threads. Peccato che questa libertà sia andata a scapito delle tutele per immigrati e comunità LGBTQIA+.
Di fronte a questo scenario, il Consiglio di Sorveglianza non è rimasto a guardare. Ha inviato a Meta ben 17 raccomandazioni, chiedendo tra le altre cose di misurare l’efficacia del nuovo sistema di note della community, di chiarire la sua posizione rivista sulle ideologie di odio e di migliorare l’applicazione delle sue politiche contro le molestie. Inoltre, ha ricordato a Meta il suo impegno del 2021 a rispettare i Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani, coinvolgendo le parti interessate colpite dalle nuove politiche. Cosa che, a quanto pare, Meta non ha fatto.
Il Consiglio di Sorveglianza bacchetta Meta
Il Consiglio di Sorveglianza non ha il potere di dettare legge sulle politiche generali di Meta. Può solo esprimersi sui singoli casi, e l’azienda è tenuta a seguire le sue indicazioni. Intanto, nelle decisioni pubblicate su 11 casi riguardanti varie piattaforme di Meta, il Consiglio sembra aver criticato diverse delle nuove politiche annunciate da Zuckerberg.