Meta, scrivere con il pensiero grazie all'AI

Meta, scrivere con il pensiero grazie all'AI

Meta ha presentato un sistema AI che permette di scrivere semplicemente pensando le parole, senza bisogno di digitare sulla tastiera.
Meta, scrivere con il pensiero grazie all'AI
Meta ha presentato un sistema AI che permette di scrivere semplicemente pensando le parole, senza bisogno di digitare sulla tastiera.

Come sarebbe scrivere solo con il pensiero, senza muovere un dito?… A quanto pare la fantasia ha sfiorato anche Meta. Il colosso di Mark Zuckerberg ha presentato Brain2Qwerty, un sistema che decifra l’attività cerebrale e la traduce in testo con un’accuratezza dell’80%. Un passo da gigante nell’interazione cervello-macchina, anche se per ora richiede un’attrezzatura ingombrante da 2 milioni di dollari.

Meta, scrivere con la forza del pensiero con Brain2Qwerty

Il segreto sta tutto in un mix di magnetoencefalografia (MEG) e reti neurali profonde. I partecipanti al test si sono seduti sotto uno scanner da 500 kg, in grado di captare i minuscoli campi magnetici generati dall’attività neuronale. Poi entra in gioco l’intelligenza artificiale, che analizza i dati in tempo reale e li associa alla pressione dei tasti su una tastiera QWERTY.

A differenza di Neuralink di Elon Musk che punta su impianti cerebrali invasivi, l’approccio di Meta non richiede interventi chirurgici. L’AI individua schemi ricorrenti nei segnali cerebrali, anche quando le dita restano ferme. Certo, per ora il sistema è ancora ingombrante e costoso: servono una stanza schermata e una testa perfettamente immobile. Ma il potenziale è enorme.

Brain2Qwerty apre scenari rivoluzionari per la medicina. In futuro, potrebbe aiutare le persone paralizzate a comunicare con il mondo esterno. Certo, il tasso di errore attuale – 32% su frasi complete – è ancora un ostacolo. Ma i ricercatori sono al lavoro per miniaturizzare il sistema e velocizzare l’analisi dei segnali.

La corsa alla “telepatia digitale”

Con questo progetto, Meta si lancia nella sfida delle interfacce neurali non invasive. Una visione alternativa a quella “transumanista” di Neuralink, che ha già impiantato due pazienti negli USA e punta a test clinici in Canada. Due filosofie a confronto: da un lato l’approccio minimalista di Zuckerberg, dall’altro l’ambizione sconfinata di Musk.

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Pubblicato il
17 feb 2025
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