Meta e altre aziende hanno pubblicato una lettera aperta per sottolineare le difficoltà incontrate nel lancio delle innovazioni IA in Europa a causa dell’incertezza normativa. I firmatari evidenziano che l’inconsistenza delle regole impedirà ai cittadini di accedere alle nuove tecnologie e ai paesi europei di incrementare il loro prodotto interno lordo. Ovviamente ci sono riferimenti all’uso dei dati per l’addestramento dei modelli.
Meta vuole usare i dati degli utenti
Nella lettera, firmata da dirigenti di aziende (tra cui Mark Zuckerberg di Meta, Daniel Ek di Spotify e John Elkann di Exor), ricercatori e istituzioni, viene sottolineato che l’Europa rischia di perdere le opportunità dell’intelligenza artificiale, a causa della frammentazione normativa. Senza regole consistenti, aziende e cittadini non potranno accedere ai modelli di IA generativa open source (come Llama di Meta) e ai modelli multimodali in grado di gestire testo, immagini e audio.
Secondo i firmatari, l’Europa rimarrà indietro e perderà terreno rispetto a Stati Uniti, India e Cina. In seguito alla richiesta ricevuta dalla Data Protection Commission dell’Irlanda, Meta ha sospeso il lancio delle funzionalità IA e del nuovo modello multimodale, in quanto non può usare i dati pubblici condivisi su Facebook e Instagram senza il consenso degli utenti.
La lettera sembra sia stata scritta proprio dall’azienda di Menlo Park perché sono citati la poca chiarezza delle regole e gli interventi dei garanti della privacy che hanno impedito l’uso dei dati per l’addestramento dei modelli alla base dell’assistente Meta AI.
I firmatari suggeriscono ai legislatori europei di armonizzare le leggi per non perdere i vantaggi dell’IA. Anche Apple ha posticipato al 2025 il lancio delle funzionalità IA per iOS e iPadOS, ma in questo caso le incertezza normative sono quelle del Digital Markets Act, in particolare l’obbligo di interoperabilità.