L’Università della California a Santa Cruz ha pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences una ricerca interessante che indicherebbe la presenza di metano atmosferico come primo segno di vita oltre la Terra rilevabile dagli astronomi.
Lo studio ha stabilito alcune circostanze che confermerebbero la relazione tra metano e presenza di vita: ovviamente anche i processi non biologici non possono generare questo gas, ma sulla Terra si è visto un incremento proprio a causa dei processi biologici.
Il Metano come biofirma
La cosa più interessante però riguarda il discorso di usare il metano come biofirma, ovvero come segno di presenza di vita: questo gas è infatti rilevabile dal Telescopio Webb, che tra poco tempo inizierà a svolgere le sue funzioni e potrebbe vedere, in lontananza, alcuni pianeti con segni di vita di ogni genere.
A differenza dell’ossigeno – la migliore biofirma, seppur difficile da osservare con il telescopio – il metano è molto rilevabile ma solo come marker per evidenziare i pianeti che, di conseguenza, necessiteranno di ulteriori analisi (a meno che non venga confermato questo gas come segno ufficiale di presenza di vita su un pianeta).
Maggie Thompson, laureata in astronomia e astrofisica alla UC Santa Cruz, nonché autrice principale dello studio a riguardo, ha spiegato:
L’ossigeno è spesso considerato una delle migliori firme biologiche, ma probabilmente sarà difficile da rilevare con JWST. Volevamo fornire una struttura per interpretare le osservazioni, quindi se vediamo un pianeta roccioso con metano, sappiamo quali altre osservazioni sono necessarie affinché sia una biofirma persuasiva.
Joshua Krissansen-Totton, Sagan Fellow presso UCSC, ha invece detto:
Se rilevi molto di questo gas su un pianeta roccioso, in genere hai bisogno di una fonte enorme per spiegarlo. Sappiamo che l’attività biologica crea grandi quantità di metano sulla Terra, e probabilmente lo ha fatto anche sulla Terra primordiale perché produrre metano è una cosa abbastanza facile da fare metabolicamente.