Max Sanders, studente universitario del Minnesota, la considerava più una bravata che altro: indeciso su chi scegliere tra i candidati alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, gli è venuta l’idea di mettere all’asta il proprio voto su eBay partendo da un’offerta minima di 10 euro.
Un fatto che oramai non farebbe quasi più notizia, considerando quello che si è abituati a veder mettere in offerta sul portale del colosso californiano dell’e-commerce. Purtroppo per Sanders, però, il sistema giudiziario del Minnesota non sembra aver apprezzato lo scherzo, e lo ha accusato di tentata corruzione secondo quanto stabilito da una legge risalente al 1893 .
Acquistare o vendere il proprio voto, dice quella norma vetusta, è considerato reato. Il mercimonio era particolarmente in voga negli anni ’20, quando in pieno Proibizionismo era pratica comune vendere sottobanco il cedolino elettorale per un po’ di liquore.
A Sanders potrà magari non interessare farsi una piccola scorta di alcool privata, ma di certo il mal di testa gli è venuto lo stesso considerando che rischia di finire in prigione e starci fino a 5 anni, oltre a dover pagare 10mila dollari di multa.
Quel denaro il ragazzo non potrà nemmeno recuperarlo dall’asta su eBay, che è stata già messa off-line. Tanto più che, a quanto pare, la compravendita non aveva avuto granché successo : prima della cancellazione, il numero di offerte per il voto messo in vendita era pari a 0.
Alfonso Maruccia