Sindacati, Governo, Micron e StMicroelectronics (StM) hanno raggiunto un accordo che taglia il numero di licenziamenti previsto in Italia dalla multinazionale a stelle e strisce .
La statunitense, già proprietaria dei marchi Crucial e Laxar, nel 2010 aveva acquistato Numonyx, azienda frutto della fusione della multinazionale italo-francese STMicroelectronics e della divisione memorie Intel, con tutti i suoi brevetti per memorie NOR, NAND e PCM, i suoi marchi, le sue fabbriche europee ed i suoi clienti. Poi, nonostante il 2013 sia stato per lei un anno record, con azioni passate dai 5 ai 25 dollari di valore ed un fatturato quasi raddoppiato, Micron ha avviato un processo di riduzione del personale che ha investito particolarmente l’Italia , nonostante gran parte di quei titoli brevettuali fossero proprio il frutto di inventori italiani.
Da ultimo, perseguendo il suo programma di taglio del 5 per cento della forza lavoro in tutto il mondo, l’azienda a stelle e strisce aveva annunciato il licenziamento di 419 dipendenti italiani : un’operazione che ha subito scatenato proteste e l’impegno dei sindacati e della politica a cercare di raggiungere un accordo che scongiurasse l’ipotesi.
Nonostante l’iniziale stallo, che non faceva ben sperare circa le possibilità di rimediare politicamente alla situazione con un accordo soddisfacente fra le parti, al termine di una maratona di incontri finita a notte inoltrata Micron, i sindacati (erano presenti i segretari e i coordinatori nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, Nicola Alberta, Roberta Turi e Luca Maria Colonna), il Ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo economico hanno raggiunto un accordo.
Micron ha promesso di adottare un piano di investimenti per mantenere la propria presenza in Italia (20 milioni di dollari in tre anni), recuperando in particolare 85 posizioni , 10 tra Agrate e Vimercate, 43 a Catania, 6 ad Avezzano e 6 ad Arzano, più altre venti rispetto alle quali i dettagli saranno resi noti in seconda battuta. L’azienda ha inoltre dato disponibilità allo spostamento di 102 lavoratori in tutto : 40 in Italia (nello specifico 10 ad Avezzano, 5 a Padova e 25 a Catania) e 62 all’estero. Già durante la trattativa l’azienda ha specificato che 90 dipendenti avrebbero aderito al Job posting, e di questi 20 avrebbero già ricevuto un’offerta.
A farsi carico dell’assunzione di 170 dipendenti in uscita da Micron prima della scadenza dell’anno di cassa integrazione, invece, è StMicroelectronics (St Holding è per il 50 per cento del Ministero del tesoro ): si tratta di 17 persone in Campania, tra Arzano e la controllata Incard di Marcianise, 41 a Catania e 82 a Vimercate, mentre per altre 30 posizioni l’azienda ha preso l’impegno riservandosi di specificare la sede in un secondo momento.
A questi numeri occorre poi aggiungere 14 dipendenti che avrebbero a oggi già formalizzato la propria uscita: inoltre, per chi nei prossimi due mesi decidesse volontariamente di lasciare il posto di lavoro Micron, mette a disposizione un incentivo di 28 mensilità.
Se tutte queste promesse verrano rispettate, in definitiva, rimarranno 48 esuberi destinati ad andare in cassa integrazione , per cui ci sarebbe circa un anno di tempo per trovare una soluzione per cui è previsto il coinvolgimento delle Regioni interessate: a queste ultime sarà chiesto di adoperarsi per creare le condizioni per il riassorbimento dei lavoratori in mobilità nelle aziende del settore sul territorio.
Claudio Tamburrino