Micron ha avviato la procedura di mobilità per il 40 per certo della sua forza lavoro italiana . La multinanzionale italo-francese STMicroelectronics aveva unito nel 2008 la sua divisione memorie con quella Intel dando vita a Numonyx, che nel 2010 è stata acquistata dalla statunitense Micron (proprietaria anche dei marchi Crucial e Lexar), con il suo marchio, i suoi brevetti per memorie NOR, NAND e PCM (con inventori italiani) ed i suoi clienti.
Il 2013 è stato un anno record per Micron, con il valore delle azioni passato da 5 a 25 dollari ed un fatturato quasi raddoppiato da 6,8 miliardi di dollari a poco più di 14: ma, secondo i lavoratori, l’azienda ha continuato la sua azione graduale di trasferimento dell’attività fuori dall’Italia ed il programma di riduzione del 5 per cento della sua forza lavoro in tutto il mondo . Da ultimo lo scorso 21 gennaio ha iniziato una procedura di mobilità per 419 dipendenti su 1.028 tra Agrate (MI), Arzano (NA) e Catania.
In pratica , dei 1.350 lavori su 27mila che Micron vuole tagliare a livello globale, poco meno di un terzo riguarda proprio l’Italia, paese originario di parte del suo know-how. Inoltre, secondo quanto riportato da La Repubblica , Micron avrebbe in passato ricevuto 150 milioni di euro di contributi pubblici per creare 1.500 posti di lavoro in Italia.
Finora gli incontri con i sindacati e quelli presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nonché l’ appello bipartisan firmato da 15 parlamentari, non hanno dato esito .
I lavoratori stanno cercando di mobilitarsi per far sentire la propria voce e, per esempio, su Twitter l’hashtag #casomicron è finito ben presto nei Trending Topic italiani. Inoltre alcuni dipendenti hanno fatto arrivare la loro storia anche su Ebay, dove si sono messi provocatoriamente in vendita.
“Siamo i cervelli che non vogliono andare via dall’Italia – scrivono – gli ingegneri ed i ricercatori di Micron, un’azienda americana che nonostante stia facendo ricavi da record si impossessa dei brevetti e delle tecnologie italiane per portarle in America e licenziare 400 famiglie in Italia, abbandonati anche dal governo italiano che dimostra miopia con il suo ruolo passivo nei confronti di chi specula con acquisizioni e dismissioni”.
Claudio Tamburrino