È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 17 del 1 marzo 2022 che contiene le “misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali” annunciate dal Consiglio dei Ministri il 18 febbraio. Come anticipato ieri, il governo ha stanziato oltre 4 miliardi di euro per lo sviluppo di microprocessori in Italia.
Fondi per i chip italiani
Quella relativa ai chip è una delle misure riguardanti il rilancio delle politiche industriali. L’art. 23 del suddetto decreto prevede lo stanziamento di 150 milioni di euro per l’anno 2022 e 500 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030. La somma complessiva di 4,15 miliardi di euro servirà per “promuovere la ricerca, lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori e l’investimento in nuove applicazioni industriali di tecnologie innovative, anche tramite la riconversione di siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti nel territorio nazionale“.
Gli ambiti di applicazione e di intervento, i criteri e le modalità di riparto dei fondi verranno stabiliti con uno o più DPCM, in accordo con quattro ministeri (sviluppo economico, economia e finanze, università e ricerca, innovazione tecnologica e transizione digitale), da adottare entro 30 giorni, quindi entro il 1 aprile 2022.
Rimanendo in tema, la Banca Europea per gli Investimenti ha concesso un prestito di 600 milioni di euro all’azienda italo-francese STMicroelectronics per attività di ricerca, sviluppo e pre-industrializzazione nel settore dei semiconduttori. La somma verrà utilizzata anche per avviare linee di produzione negli impianti di Agrate e Catania.
STMicroelectronics darà quindi il suo contributo per raggiungere l’obiettivo prefissato dalla Commissione europea, ovvero una quota di mercato del 20% entro il 2030 per ridurre la dipendenza dai produttori asiatici.