Microsoft ha recentemente commissionato alla partner Wipro Technologies uno studio sull’open source, l’ennesimo, che confronta i costi del software open source con quelli del software proprietario nell’ambito scolastico. In particolare, lo studio prende in considerazione contesti quali l’apprendimento, la produttività di insegnanti e amministratori, e tutti i principali tipi di costi (licenze, gestione, manutenzione ecc.).
L’indagine, che ha coinvolto 73 scuole in sei differenti paesi europei , conclude sostenendo che “le scuole che utilizzano software open source spendono meno denaro per l’acquisto dei sistemi operativi e dei software per la produttività, ma i prodotti di Microsoft costano meno in termini di gestione e manutenzione”. Sommando il tutto, nel rapporto si afferma che, nel medio termine, le scuole che utilizzano software Microsoft risparmiano .
Nello studio si afferma anche che gli studenti generalmente preferiscono usare MS Office al posto di OpenOffice o altre suite open source. In particolare, circa il 50% delle scuole sostengono che i propri studenti utilizzino con più soddisfazione Office rispetto alla controparte open source. Al contrario, solo il 17-26% delle scuole afferma che i propri studenti siano più soddisfatti con le piattaforme open source.
Come sempre, questo tipo di indagine solleva molte critiche e perplessità non solo tra i membri della comunità open source, ma anche tra osservatori più neutrali. Ad esempio, ArsTechnica fa notare che nel campione di scuole preso in considerazione da Wipro non compare alcuna scuola britannica : quest’ultima si è giustificata affermando che in Gran Bretagna vi sono pochissime scuole che utilizzano l’open source, ma un rapporto della British Educational Communications and Technology Agency datato 2005 sembrerebbe smentire questa affermazione.