L’azienda di Redmond ha pubblicato il suo rapporto annuale su “Ambiente e sviluppo sostenibile” per il 2022, in cui analizza l’impatto ambientale delle sue tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e sul cloud computing. Il rapporto mostra come queste innovazioni richiedano un elevato consumo di energia, acqua e materie prime, mettendo a rischio la sostenibilità del pianeta.
L’alto costo ambientale dell’AI e del Cloud
Microsoft ha puntato forte sull’intelligenza artificiale e sul cloud computing, ma queste tecnologie hanno un costo ambientale elevato, come emerge dal rapporto pubblicato dall’azienda. Si stima che entro il 2021 Microsoft avrà utilizzato circa 4,5 miliardi di litri d’acqua, una quantità impressionante – pari a 2.500 piscine olimpioniche – e in rapida crescita: l’azienda riconosce che il consumo di acqua necessaria per mantenere attivi tutti i suoi servizi è salito del 34% in un anno, raggiungendo i 6 miliardi di litri.
L’acqua è usata principalmente per raffreddare i server che ospitano le applicazioni cloud e i modelli di intelligenza artificiale, che richiedono molta potenza di calcolo e quindi generano molto calore. Inoltre, l’azienda ha emesso circa 16 milioni di tonnellate di CO2 nel 2021, un aumento del 12% rispetto al 2020. Queste emissioni sono dovute al consumo di energia elettrica necessaria per alimentare i server, che proviene in gran parte da fonti fossili.
Infine, l’azienda ha consumato circa 1,2 milioni di tonnellate di metalli rari nel 2021, un aumento del 18% rispetto al 2020. Questi metalli sono usati per produrre i componenti elettronici dei server, dei computer e dei dispositivi mobili che usano l’intelligenza artificiale e il cloud computing.
Il rischio di una scarsità d’acqua
L’AI e la diffusione dei servizi cloud mettono a repentaglio la disponibilità d’acqua. Nonostante Microsoft affermi nel suo rapporto di aver ridotto le proprie emissioni di carbonio e di aver ottimizzato l’uso delle risorse, c’è il rischio che l’acqua diventi sempre più scarsa.
Uno studio dell’Università della California ha calcolato che, a seconda della stagione e della posizione dei server, dieci richieste all’intelligenza artificiale possono richiedere fino a 1 litro d’acqua. Se si considera che ogni giorno vengono fatte milioni di richieste a ChatGPT e ad altre applicazioni basate sull’AI, si capisce che il consumo d’acqua è enorme e insostenibile.
L’acqua è una risorsa vitale e limitata, che va usata con parsimonia e responsabilità. Microsoft (ma non solo), dovrebbe quindi investire di più in fonti di energia rinnovabili, in sistemi di raffreddamento più efficienti e in tecnologie più ecologiche, per ridurre il suo impatto ambientale e garantire un futuro sostenibile per tutti.