Redmond (USA) – L’ha detto, lo ha fatto e ora lo conferma: Microsoft è sempre più pesantemente impegnata nella guerra agli spammer a suon di avvocati. Nelle scorse ore ha infatti infilato una serie di nuove denunce contro alcune aziende che a suo dire provocano danni in tutto il mondo. Una mossa che è parte di una crescente reazione delle società tecnologiche e dei provider americani all’invasione dello spam.
Il colosso del software, attivo su vari fronti dell’antispam , ha confermato non solo di aver superato quota 100 denunce contro aziende spammatrici, 70 delle quali residenti negli Stati Uniti, ma anche che una di queste è un fornitore di servizi internet per decine di spammer.
L’azienda afferma infatti che la National Online Sales fornisce assistenza e supporto a molte società che effettuano operazioni spammatorie, consentendo ai sistemi di queste ultime di interfacciarsi con server sparaspam che si trovano, però, in Cina, e quindi al di fuori della legislazione americana.
La National Online Sales, che annuncia ai propri clienti cose come “servizi a prova di bomba che terranno fuori dai guai la tua azienda”, ha ammesso ai reporter americani che la propria società si interfaccia con i server di China Telecom, la società di TLC cinese, ma ha negato che i propri clienti siano colpevoli di spam.
Ma se la vicenda di questa società di servizi è destinata a trascinarsi in un tribunale dello Stato di Washington, che come noto dispone di leggi severissime contro lo spam, tutti si rendono conto che non sarà questo a distruggere lo spam. Eppure, ha spiegato un portavoce Microsoft, in tribunale molto si può ottenere. “Microsoft – ha sottolineato – sta cercando di cambiare l’economia dello spam”. L’idea è cioè quella di trasformare un business oggi florido in una colossale causa di guai, e costi, legali.