Microsoft ha messo a segno l’ennesima vittoria nei confronti di un’azienda che, animando i propri dispositivi con il sistema operativo Android, viene accusata di implementare tecnologie che Redmond rivendica come proprie: Kyocera è l’ultimo di una lunga serie di soggetti che è venuta a patti con Microsoft.
Redmond aveva chiamato in causa l’azienda giapponese nel mese di marzo, denunciando come una serie di smartphone delle linee Duraforce, Hydro e Brigadier, equipaggiati con Android, sfruttassero indebitamente tecnologie delineate da 7 brevetti Microsoft, relativi fra l’altro a sistemi di geolocalizzione, soluzioni di network management, gestione dei messaggi, impiego di sensori. Il produttore giapponese, specializzato in smartphone rugged e in dispositivi a basso costo, non avrebbe in passato accettato di corrispondere quanto preteso da Redmond negoziando un contratto di licensing, e per questo motivo Microsoft aveva scelto di adire le vie legali, chiedendo fra l’altro la sospensione delle venite dei terminali in oggetto sul territorio statunitense.
Kyocera, come altri numerosissimi produttori di dispositivi Android, ha ora stipulato con Redmond un accordo: Microsoft, che non lascia trapelare alcun dettaglio su eventuali transazioni né entra nello specifico delle tecnologie oggetto del nuovo contratto di cross-licensing, si limita ad annunciare “l’espansione di un precedente accordo” che “permette alle aziende di impiegare un più ampio bacino delle rispettive tecnologie nei rispettivi prodotti”.
Kyocera fa parte della nutrita schiera di aziende che hanno ceduto alle pressioni di Microsoft per i brevetti relativi a tecnologie connesse al sistema operativo di Mountain View: se il primo caso aperto nel 2010 nei confronti di Motorola è ancora in corso, fra gli ultimi, fruttuosi contenziosi c’è quello culminato con la pace siglata con Samsung, accusata da Redmond di violazione contrattuale.
Gaia Bottà