Qualche media mainstream italiano ieri si è spinto a titolare “Microsoft passa all’open source”, una titolazione del tutto erronea ma per certi versi comprensibile, vista l’enfasi con cui il big di Redmond ha presentato quella che considera una svolta per l’interoperabilità , una svolta in cui si infilano alcuni dei nodi fondamentali del mercato del software.
Prendendo di petto le contestazioni che le sono mosse contro non solo proprio dalla comunità open source, ma anche dalle autorità antitrust dell’Unione Europea, ieri Steve Ballmer, Ray Ozzie (nella foto) e gli altri dirigenti di Microsoft Corporation si sono prodotti in una conference call globale per affermare quello che Ozzie ha definito “strategy shift”. In poche parole, Microsoft ha annunciato cambiamenti tecnici ai propri prodotti e nuove procedure, necessari secondo l’azienda per inseguire il fine ultimo dell’ interoperabilità .
Nello specifico, l’ annuncio di ieri gira attorno a cinque punti cardinali:
1 – Garantire l’interoperabilità con i prodotti Microsoft ad ampia diffusione
Per migliorare l’interconnettività con i prodotti di terze parti, Microsoft pubblicherà sul suo sito web la documentazione di tutte le interfacce di programmazione applicativa (API) e dei protocolli di comunicazione dei prodotti a larga diffusione, come quelli utilizzati anche da altri prodotti Microsoft. Gli sviluppatori non dovranno ottenere una licenza, pagare una royalty o affrontare altre spese per accedere a queste informazioni . L’accesso aperto a questa documentazione assicurerà che gli sviluppatori di terze parti si connettano ai prodotti a larga diffusione di Microsoft esattamente con le modalità degli altri prodotti dell’azienda di Redmond.
In questo ambito, Microsoft prevede la pubblicazione sul suo Developer Network di 30mila pagine di documentazione per i protocolli server e client di Windows. Quelli di prodotti come Office 2007 seguiranno nei prossimi mesi.
L’azienda indicherà quali protocolli sono sottoposti a brevetti: questi saranno resi disponibili “a condizioni ragionevoli e non discriminatorie, con royalty basse”, specifica l’azienda. BigM si impegna esplicitamente anche a non perseguire legalmente gli sviluppatori open source che facciano uso per i propri prodotti della documentazione messa a disposizione.
2 – Documentare il supporto agli standard e alle estensioni agli stessi
ogniqualvolta Microsoft supporterà uno standard in un prodotto di larga diffusione, collaborerà con altre aziende che adottano tale standard per raggiungere implementazioni solide, consistenti e interoperabili tra una vasta gamma di prodotti largamente utilizzati.
3 – Formati predefiniti “resettabili” in Office 2007
Per offrire maggiore libertà di scelta relativamente ai formati documentali, Microsoft progetterà nuove API per Word, Excel e Powerpoint in Office 2007 al fine di permettere agli sviluppatori di integrare formati documentali aggiuntivi e consentire agli utilizzatori di scegliere tali formati come impostazione predefinita per il salvataggio dei documenti.
4 – Collaborazione con la comunità open source
L’iniziativa Open Source Interoperability punterà, sostiene l’azienda, a “promuovere e favorire maggiore interoperabilità tra le tecnologie open source sia commerciali sia community based e i prodotti Microsoft”. Una iniziativa che “fornirà risorse, strutture ed eventi, inclusi laboratori, incontri di relazione, materiale tecnico e opportunità per uno sviluppo collaborativo continuo”.
5 – Estendere le attività e il dialogo nel settore IT
Un dialogo continuo con clienti, sviluppatori e comunità open source sarà creato attraverso un Forum online dedicato all’interoperabilità. Inoltre, sarà lanciata una Document Interoperability Initiative per rispondere ai problemi legati allo scambio di dati tra formati maggiormente diffusi.
Ma ecco cosa hanno detto ieri i massimi dirigenti della corporation e i commenti di Microsoft Italia.
A seguire i commenti piuttosto freddi della Commissione Europea. “Questo annuncio rappresenta un significativo cambiamento nel modo in cui condividiamo le informazioni relative ai nostri prodotti e tecnologie – ha dichiarato Steve Ballmer , CEO di Microsoft Corp – Negli ultimi 33 anni, abbiamo condiviso molte informazioni con centinaia di migliaia di partner in tutto il mondo e abbiamo contribuito a costruire questo settore: l’annuncio di oggi esprime il nostro impegno verso un’ulteriore maggiore trasparenza. Il nostro obiettivo è di promuovere una più ampia interoperabilità e maggiori possibilità di scelta per clienti e sviluppatori in tutto il settore IT, rendendo i nostri prodotti più aperti e condividendo ancor più informazioni sulle nostre tecnologie”.
Secondo Ray Ozzie , Chief Software Architect di Microsoft, l’annuncio di oggi riflette l’importanza che la condivisione delle informazioni riveste per i singoli individui e le aziende. Dato che l’eterogeneità è la norma all’interno delle architetture di impresa, l’interoperabilità tra applicazioni e servizi è diventata un elemento primario. “I clienti richiedono che tutti i fornitori, specialmente Microsoft, offrano software e servizi che siano sufficientemente flessibili affinché qualunque sviluppatore possa utilizzare le interfacce aperte e i dati per integrare efficacemente le applicazioni o per realizzare nuove soluzioni – ha dichiarato Ozzie – Aumentando l’apertura dei nostri prodotti, forniremo agli sviluppatori possibilità addizionali di innovare e aggiungere valore per i clienti”.
“Microsoft sta effettuando cambiamenti strategici nelle proprie practices tecnologiche e di business al fine di aumentare l’interoperabilità: questo è il passo giusto da compiere per i nostri clienti e per il settore IT in generale”, ha dichiarato Mario Derba, Amministratore Delegato di Microsoft Italia . “Il nostro obiettivo è promuovere maggiore interoperabilità e più scelta per i clienti e gli sviluppatori in tutto il mercato IT, rendendo i nostri prodotti più aperti e condividendo sempre più informazioni sulle nostre tecnologie. Siamo entusiasti delle nuove opportunità che questo annuncio rappresenta per tutti gli sviluppatori di software in Italia”. “Negli ultimi anni – prosegue Derba – abbiamo intrapreso una serie di passi significativi al fine di promuovere l’interoperabilità e aumentare la quantità di informazioni condivise. L’annuncio odierno rappresenta un’ulteriore espansione dei nostri sforzi e offrirà una maggiore scelta e nuove opportunità per i clienti”.
I partner
“I principi e le attività annunciati oggi da Microsoft rappresentano un significativo sviluppo dell’impegno della società per promuovere l’interoperabilità – ha dichiarato Manfred Wangler , Vice President, Corporate Research and Technology, Software and Engineering di Siemens . “Sebbene Microsoft abbia fatto considerevoli progressi in fatto di interoperabilità negli ultimi anni, tra cui il lavoro svolto insieme a noi all’interno dell’Interoperability Executive Customer Council, l’annuncio di oggi pone l’impegno di Microsoft verso l’interoperabilità su un nuovo livello”.
“L’intera comunità IT beneficerà dei principi di interoperabilità e delle attività annunciati oggi da Microsoft”, ha dichiarato Thomas Vogel , responsabile Information Management di Novartis Pharma . “La possibilità di garantire la connettività aperta ai prodotti Microsoft più diffusi dà importanti opportunità per la maggior parte degli sviluppatori di software e aiuterà a promuovere maggiori interoperabilità, opportunità e scelta. Ci auguriamo che questo possa favorire un costruttivo, strutturato e multilaterale dialogo per assicurare l’evoluzione di questi principi e attività”. A brevissimo giro di posta, quando Ballmer e Ozzie avevano appena messo giù il telefono della conference call, è giunta la reazione della Commissione Europea , una reazione fredda, per nulla condizionata dagli annunci di ieri.
In particolare in un comunicato la Commissione fa sapere di aver “preso atto” delle intenzioni di Microsoft. “Questo annuncio – si legge nella nota – non si riferisce alla questione se Microsoft abbia o meno ottemperato in passato alle norme antitrust UE in quest’area”. L’area a cui si riferisce la Commissione è quella della interoperabilità . Come noto sono anni che la Commissione attacca Microsoft sotto questo profilo e proprio di recente ha avviato due nuove inchieste che riguardano, tanto per cambiare, anche questo aspetto.
L’esecutivo di Bruxelles e i responsabili dell’Antitrust si dicono sostanzialmente scettici sul desiderio di Microsoft di giungere ad una novità reale nell’organizzazione del proprio lavoro e nello sviluppo del software, nonché nei rapporti con il resto della comunità informatica. “La Commissione – continua il comunicato – accoglierebbe con favore qualsiasi mossa verso una vera interoperabilità. Tuttavia, la Commissione nota che l’annuncio odierno segue almeno altre quattro dichiarazioni simili da parte di Microsoft nel passato sull’importanza dell’interoperabilità”.
Dichiarazioni forti, che non sembrano considerare rilevanti i contenuti dell’annuncio, ritenuto evidentemente irrilevante ai fini dell’ infinito contenzioso europeo scatenato dalla Commissione. Almeno per ora, perché comunque l’Esecutivo intende studiarsi la questione. “La Commissione – prosegue la nota – verificherà se Microsoft stia ottemperando alle norme antitrust dell’Unione Europea, se i principi annunciati oggi porrebbero fine alla violazione qualora fossero applicati, e se i principi annunciati oggi siano o meno già attuati nella pratica”.
Le parole della Commissione non trovano impreparata Microsoft che, attraverso il suo general counsel Brad Smith , ha ribadito: “Come abbiamo detto subito dopo la decisione della Corte Europea di Primo grado lo scorso settembre, Microsoft è impegnata a realizzare tutti i passi necessari per assicurare la piena aderenza alla legge europea. Attraverso queste iniziative che stiamo annunciando, ci assumiamo la responsabilità di implementare relativamente a tutti i prodotti Microsoft ad ampia diffusione i principi espressi nella sezione relativa all’interoperabilità della decisione della Corte Europea. Ulteriori passi saranno fatti nelle prossime settimane per indirizzare le rimanenti parti della decisione della Corte Europa. Ci impegniamo a fornire tutte le informazioni alla Commissione Europea cosi che essa possa valutare tutti questi passi”.