Come già successo in passato con la botnet Waledac , Microsoft si è impegnata in prima persona per buttare giù una rete malevola specializzata nell’invio di email spazzatura. La vittima questa volta è Rustock , presumibilmente la botnet più grande del mondo, e l’impegno del colosso di Redmond potrebbe non essere abbastanza per metterla completamente fuori gioco .
Prima che Microsoft si prendesse il merito dell’abbattimento di Rustock rivelando l’esistenza della “Operazione b107”, i network delle società di sicurezza avevano registrato una riduzione sensibile nel volume di spam distribuito dalla botnet: da migliaia di messaggi spazzatura al secondo a una, due email al secondo.
L’operazione, dicono le suddette società di sicurezza e conferma poi Microsoft, è consistita in una mappatura metodica degli indirizzi IP e dei meccanismi impiegati dalla botnet per contattare i server di comando&controllo da cui ricevere istruzioni sul da farsi – o magari codice binario per aggiornare l’infezione su un PC-zombificato.
Anche i “server di backup” codificati nel codice del rootkit che dà il nome alla botnet sembrano essere divenuti irraggiungibili, eppure Rustock potrebbe ancora riservare sorprese in un prossimo futuro: già in passato la botnet era divenuta inattiva per svariati giorni per poi riprendere a inviare spam a ritmi sostenuti, così come desta preoccupazione il meccanismo per cui il malware è programmato per connettersi a siti popolari (Mozilla, Wikipedia, MSN eccetera) e generare nomi di dominio “casuali” partendo dai contenuti ivi presenti.
Destino di Rustock a parte, Symantec rivela che anche con la super-botnet fuori gioco il livello complessivo di spam resta sostanzialmente invariato : per un network malevolo che ha perso terreno tanti hanno subito coperto il traffico di spam mancante.
Alfonso Maruccia