Stiamo tutti assistendo a un fenomeno che nessuno aveva previsto, una sorta di effetto domino legato alla diffusione del contagio da coronavirus: le infrastrutture sulle quali poggia il mondo online così come lo conosciamo sono messe a dura prova da una richiesta senza precedenti in termini di traffico e risorse, tanto che alcune piattaforme (in particolare quelle dello streaming video) hanno deciso di abbassare volontariamente la qualità dei contenuti trasmessi così da scongiurare il rischio di blackout o disservizi. Microsoft annuncia oggi l’intenzione di fare qualcosa di molto simile con il cloud di Azure.
Le risorse di Azure, per la lotta a COVID-19
In breve, il gruppo di Redmond afferma la volontà di attribuire risorse in modo prioritario alle realtà che si occupano di gestire l’emergenza, ad esempio quelle operative nel settore sanitario o a livello governativo. Ovviamente, questo nel caso in cui dovesse manifestarsi l’esigenza.
Una scelta comprensibile, quella di Microsoft, che come altri giganti del mondo hi-tech si è schierata fin da subito al fianco delle istituzioni impegnandosi in prima linea per fronteggiare l’avanzata del coronavirus anche facendo leva sugli strumenti tecnologici. Ecco quanto dichiarato dall’azienda e riportato in un intervento condiviso sulle pagine del blog ufficiale.
Stiamo attivamente monitorando i trend di prestazioni e utilizzo, 24/7. La domanda continua a crescere e se dovessimo incontrare problemi in termini di capacità abbiamo stabilito chiari criteri attraverso i quali assegnare le risorse cloud. Anzitutto saranno attribuite ai soccorritori, ai servizi per la gestione di salute ed emergenza, alle infrastrutture critiche per le organizzazioni governative e per assicurare che chi lavora da remoto possa rimanere operativo.
C’è anche un riferimento diretto a Teams, la soluzione del gruppo per lo smart working che proprio nelle ultime settimane ha fatto registrare un notevole incremento in termini di utilizzo, in conseguenza al lockdown che ha costretto a casa milioni di dipendenti in tutto il mondo.
Nello stesso post, Microsoft sottolinea anche la messa in campo di iniziative finalizzate ad assicurare che i data center distribuiti nel mondo rimangano attivi, garantendo a chi ci lavora adeguate misure di tutela personale.