Microsoft ha pubblicato i risultati economici per il secondo trimestre dell’anno fiscale 2017, periodo che si è concluso lo scorso 31 dicembre 2016 e che raggiunge valori leggermente superiori alle aspettative del mercato. I numeri, nel solito stile dei report di Redmond, sono difficili da interpretare in maniera oggettiva anche rispetto alla concorrenza.
Nel complesso , l’ultimo trimestre di Microsoft si è concluso con ricavi di 24,1 miliardi di dollari e un +1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (secondo trimestre del 2015); i profitti ammontano a 5,2 miliardi di dollari, mentre i guadagni a Wall Street valgono 0,83 centesimi di dollaro ad azione contro i 0,79 centesimi previsti dagli analisti.
Tra gli aspetti positivi del trimestre, Microsoft evidenzia le ottime performance del business del “cloud intelligente” con i ricavi della piattaforma Azure che crescono del 93 per cento anno su anno e l’Office ad abbonamento (365) a +47 per cento; in totale, il comparto vale oramai 6,9 miliardi dei succitati 24,1 miliardi di dollari di ricavi.
I servizi enterprise hanno subito una battuta d’arresto (-4 per cento), così come la divisione “more personal computing” inclusiva di Windows, Windows Phone e altri business “secondari” cala del 5 per cento a 11,8 miliardi di dollari di ricavi; la colpa, in questo caso, è da ascrivere soprattutto allo stadio oramai terminale raggiunto dal fu-OS mobile di Redmond (-81 per cento), mentre le licenze OEM di Windows 10 su PC sono in crescita (+6 per cento Pro e +5 per cento non-Pro) rispetto al recente passato.
Il business delle console Xbox cede un 3 per cento rispetto al 2015 (3,5 miliardi di dollari), nondimeno Microsoft sottolinea la crescita dei ricavi provenienti dalle transazioni digitali con un +18 per cento (1 miliardo di dollari). Questa trimestrale è infine la prima a includere LinkedIn dopo la discussa acquisizione multimiliardaria , con ricavi complessivi di 228 milioni di dollari ma una perdita netta di 100 milioni a causa del deprezzamento degli asset intangibili.
Alfonso Maruccia