Oggi, il motore di ricerca Bing e i servizi ad esso collegati, sono al centro del modello di business gestito da Microsoft. C’è stato però un momento, in un passato nemmeno troppo lontano, in cui il gruppo di Redmond avrebbe cercato di venderlo a un altro big del mondo tecnologico: Apple. Sarebbe accaduto nel corso del 2020, come rivela un articolo appena pubblicato da Bloomberg.
Bing nelle mani di Apple, l’affare sfumato
Utilizzare il condizionale è d’obbligo, poiché non si registrano per ora conferme (né smentite) ufficiali da parte dei diretti interessati. Tre anni fa, in piena pandemia, i vertici della società guidata da Satya Nadella avrebbero discusso del possibile affare con Eddy Cue, Senior Vice President della divisione Services per la mela morsicata e stretto collaboratore del numero uno Tim Cook.
Per la società di Cupertino, l’acquisizione avrebbe consentito di rimpiazzare il motore di ricerca Google impostato di default sui suoi dispositivi come iPhone e iPad. La trattativa poi non sarebbe andata in porto, anzi, nemmeno sarebbe giunta a una fase avanzata, non è dato a sapere se per fattori economici o di altro tipo.
Di certo, un’eventuale stretta di mano avrebbe costretto Apple a rinunciare ai miliardi di dollari incassati ogni anno dal colosso di Mountain View per vedere il proprio servizio preimpostato su tutti i prodotti iOS e iPadOS in circolazione.
Rimanendo in tema, è piuttosto interessante la testimonianza fornita ieri da Mikhail Parakhin, a capo del team di Microsoft impegnato sui progetti legati a Web e advertising, nell’ambito del processo antitrust iniziato nelle scorse settimane che vede gli Stati Uniti voler chiarire l’eventuale abuso di posizione dominante da parte di bigG. Riportiamo di seguito un suo passaggio in merito alla collaborazione con la mela morsicata.
Apple guadagna più denaro dal fatto che Bing esista, rispetto a Bing stesso. Cerchiamo sempre di convincere Apple a utilizzare il nostro motore di ricerca.