Microsoft ha denunciato Barnes&Noble e altri due produttori per violazione brevettuale: al centro del contendere l’e-reader Nook.
Secondo la denuncia depositata da Microsoft presso la corte distrettuale di Seattle e presso l’ International Trade Commission , che ha il potere di bloccare le importazioni di prodotti trovati in infrazione, brevetti di Redmond sarebbero violati nei Nook basati sul sistema operativo mobile Google Android.
Accanto a B&N sul banco degli imputati i due produttori taiwanesi del device, Inventec e Foxconn. Tutte e tre avrebbero rifiutato, secondo Microsoft , di sottoscrivere una licenza per i suoi brevetti illecitamente utilizzati nei Nook, nonostante le trattative tentate da Redmond.
La proprietà intellettuale chiamata in causa da Microsoft è costituita da alcuni brevetti depositati tra il 1998 e il 2005: il numero 5,889,522 sul controllo delle finestre, il 5,778,372 , il 6,339,780 , il 6,891,551 e il 6,957,233 , tutti relativi alla gestione di documenti multimediali.
Coprono tutti elementi di interfaccia utente (UI) associati alla navigazione e al download di contenuti multimediali, che nelle rivendicazioni abbracciano soluzioni tecnologiche abbastanza ampie che Microsoft ritiene rappresentare tecnologie utilizzate negli e-reader per rendere più accessibili i contenuti stessi, ma che per alcuni osservatori non sono altro che generiche (e semplici) interazioni con documenti di testo: Microsoft parla per esempio della possibilità di selezionare “facilmente testo in un documento e aggiustare la selezione”, “di prendere note senza modificare il documento che si sta sottolineando”, o di “navigare in un dispositivo attraverso una finestra di controllo separata attraverso tab”.
Da questo punto di vista non era affatto scontato il coinvolgimento dei produttori taiwanesi che hanno poco a che fare con l’implementazione dell’UI nei device. Manca invece ancora nella lista degli imputati Google stessa. La strategia di Microsoft, notano alcuni osservatori , è quella di far pressione sui produttori per cercare di competere con Android rendendo le loro licenze meno gratuite (ovvero meno convenienti).
Offensive precedenti (ancorché indirette) di Redmond ad Android (e Mountain View) sono quelle mosse contro Motorola e HTC, entrambi produttori di smartphone che impiegano Android. HTC (così come Amazon) ha deciso di sottoscrivere un accordo di licenza con Microsoft.
BigM chiede ora per la violazione brevettuale “volontaria e deliberata” danni triplicati più le spese legali e un’ingiunzione permanente.
B&N non ha commentato la denuncia, mentre Google ha detto che, pur non essendo parte del contendere, “si schiera a difesa della piattaforma Android e dei partner che ci hanno aiutato a svilupparla”. Anche perché, spiega, le continue accuse di Microsoft “minacciano l’innovazione”.
Claudio Tamburrino