Microsoft si è unita al cosiddetto Open Invention Network, una comunità finalizzata alla protezione di Linux e altri software open source dal rischio brevetti. Occorre fermarsi un attimo e rileggere queste parole, firmate da Erich Andersen – Deputy General Counsel Microsoft. Occorre fermarsi perché rappresentano una pietra miliare, la fine ufficiale di un’era.
Sono lieto di annunciare che Microsoft si è unita al Open Invention Network (“OIN”), una comunità finalizzata alla protezione di Linux e altri software open source dal rischio brevetti
Chi è rimasto fermo alle vecchie battaglie Microsoft vs Linux dovrà rivedere un attimo i paradigmi su cui ha costruito il proprio orizzonte, perché c’è un contesto intero da rivedere, riscrivere e ridisegnare: i vecchi nemici, sulla cui polarizzazione si era costruita una vera e propria sociologia nerd durata per molti anni, sono oggi alleati, o quantomeno soci in affari laddove l’interesse porti a comuni accordi. Ed all’interno di questo contesto Microsoft e Linux non sono più due poli che si oppongono, ma due poli che si attraggono.
Sappiamo che la decisione di Microsoft di unirsi a OIN possa essere considerata sorprendente da qualcuno; non è un segreto che c’è stata frizione in passato tra Microsoft e la comunità open source in tema di brevetti. Per altri che hanno seguito la nostra evoluzione, speriamo che questo annuncio sia visto come il prossimo passo logico per una azienda che ascolta utenti e sviluppatori ed è fermamente impegnata con Linux e altri software open source.
Il passato (“Microsoft: Linux vìola un mare di brevetti“, “Linux assediato dai brevetti“, “Ballmer, chi usa Linux rischia grosso“) è sepolto dalle nuove strategie di Satya Nadella. A cambiare, in questo contesto, è stato il DNA del gruppo Microsoft: Redmond dice di dar ora per assodato il fatto che gli sviluppatori non vogliano una dicotomia tra Windows e Linux o tra .NET e Java. Vogliono, piuttosto, “piattaforme cloud che supportino tutte le tecnologie“. Ai detrattori Microsoft apre dunque immediatamente le proprie carte: il nuovo business è il cloud, è dunque sul cloud che Microsoft intende spostare i propri interessi, ed è sul cloud che gli interessi del mondo Microsoft e del mondo Linux possono incontrarsi.
Microsoft contribuisce quindi al portfolio brevetti di OIN con ulteriori 60.000 unità, esercitando con questa azione anche un forte gesto persuasivo nei confronti di altre aziende immediatamente invitate a fare lo stesso: meglio unirsi, meglio fare fronte comune, meglio condividere i brevetti invece che usarli come arma contundente. Parole nuove per chi non ha ancora mai ascoltato le nuove note che Nadella ha portato a Redmond in questi primi anni di reggenza post-Ballmer.
Interesse? Sicuramente. Voltafaccia? Indubbiamente. Ma ora gli interessi sono allineati. La disfida tra Microsoft e Linux rimarrà una romantica giostra cavalleresca tra chi ha formato la propria visione informatica in questi tre decenni di storia a cavallo del 2000, ma la realtà dice che oggi si sia ormai consolidata una nuova realtà: quella in cui Tom non rincorre più Jerry, quella in cui le parole di Ballmer diventano improvvisamente graffiti preistorici, quella in cui Microsoft si siede al fianco di Google, IBM, Canon, Daimler, Red Hat, SUSE, SpaceX, SAP, Sony, Canonical ed altri 2000 gruppi già allineati in OIN. Ed il fine dichiarato è quello di proteggere Linux e promuovere l’open source.